Quando il cielo si tinge di nero,
a buio,
gli affaticati che ottengono
un giusto riposo a casa
non siamo noi,
affannati a smontare
e a rimontare il vero.
*
Verranno mica a cercare la verità da noi,
quelli li, anche se hanno pagato?
Prepariamoci.
Perché nessuno di noi ha la verità.
E nel vuoto qualcuno
si attacca a un libro, altri
a un legno e lo lavorano, o ad un masso.
A un cellulare, o ad un corpo vivo.
Ma il sostegno viene da altrove,
e allora puoi immaginare
che è là il tuo caro padre defunto.
*
Se aspetti il consenso
da questi nuovi vicini, esule profeta,
e non lo trovi e lo cerchi
negli animali e poi nelle piante
che curi sul ballatoio ogni mattina,
non sai cosa perdi. Perdi la folgore,
se non l’hai temuta, che di notte
ti incenerisce e ti appiccica alla parete di roccia
della montagna di sempre,
per sempre.
*
Mi avete già spaventato abbastanza
con tutte le vostre invenzioni,
con tutte le vostre perfezioni.
Ora c’è anche chi dice
che un disastro planetario distruggerebbe
le specie viventi e potrebbe aprire
all’evoluzione di una specie superiore.
Ma via, allora meglio il ritardato
che crede l’orizzonte appoggiato
alla recinzione dei campi.
*
L’ammirazione
per chi rapina senza fare male
ci portò in tribunale.
Dopo la sentenza
ci volle tempo per placare
il pensiero di seguirli in carcere.
O alla fine si vive solo
per custodire
i beni di proprietà?
*
Prima ho provato
a darmi la paternità
della bellezza del bosco –
curato da me in ogni particolare –
poi mi sono lasciato andare
alla pigrizia e all’inerzia,
così diventando autore
dell’opera d’arte maggiore.
*
E se fossimo nati per credere,
non per procreare,
certamente non per lavorare,
e nemmeno per amare o meditare,
ma solo per credere?
*
Com’è, come sarà
vivere senza ricevere aiuto,
senza favori, protezioni,
senza materne associazioni,
anche quando la febbre sale,
anche quando il fiume straripa
e travolge il riparo, orto e baracca.
Sarà come vive il resto della natura,
vicino ai predatori e senza paura.
*
Ora so quanto ti sono costato,
vita.
*
È passata la vita,
e non ce ne siamo accorti.
*
Anche i calanchi, i fossati,
i borri vuoti
si sentono pervasi e amati
quando scoppiano i tuoi e i fulmini.
Sono difficili da coltivare i sentimenti,
stentano, è difficile alimentarli, non crescono,
o dilagano infestanti.