In una lettera del 1944 contenuta nel volume George Orwell: ‘A life in letters’, appena ripubblicato in inglese (Liveright 2013), George Orwell spiega la teoria alla base di 1984, il romanzo che avrebbe cominciato a scrivere tre anni dopo e che sarebbe stato pubblicato nel 1949.
Nel testo Orwell mette in guardia contro la nascita di stati di polizia totalitari che secondo lui stavano maturando.
Tutti i movimenti nazionali, dappertutto, […] sembrano assumere forme non democratiche, raccogliersi intorno a dei führer superumani […] e adottare la teoria che il fine giustifichi i mezzi. Ovunque, la direzione che il mondo sembra seguire è verso economie centralizzate che possono essere fatte “funzionare” in senso economico ma che non sono organizzate in modo democratico e tendono a stabilire un sistema di caste. Accanto a questo si sviluppa […] la tendenza a non credere all’esistenza di una verità oggettiva, perché tutti i fatti devono adattarsi alle parole e alle profezie di qualche führer infallibile.
Orwell si dice anche preoccupato per l’indifferenza mostrata dai cittadini verso la decadenza della democrazia, ma anche per le posizioni assunte dagli intellettuali, spesso più vicine al totalitarismo di quanto sembri.
“Penso, e l’ho fatto da quando è scoppiata la guerra, nel 1936 o giù di lì, che la nostra causa sia migliore, ma dobbiamo continuare a renderla tale, e questo comprende anche un atteggiamento critico costante”.
*TESTO: A Life in Letters – George orwell
[amazon_link asins=’8804668237,8804667923′ template=’ProductCarousel’ store=’alloradillo08-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d3c922a4-d1aa-480b-9029-34896300b4c1′]