Come la vedono gli altri
dalla loro cecità,
come credono che sia
i figli per esempio
o i figli dei figli
o quanti
per uso
o per greve imitazione
– e nemmeno ponderando –
si rivolgono a lei
a lei chiedono aiuto
sicuri di averlo ?
Rappres in sé, luminosa
di una quieta
luminosità di alba,
pure insediata nel dolore umano
come nella cavità
la mandorla ? Può
lei essere altra
da come la desidera
e la forma
il pensiero dei suoi supplici
padroni in verità,
suoi depositi ? Ma poi
quale se stessa opporre
di questa più reale ?
È lì, saldo cristallo
nel proprio giacimento,
è lì, dentro la roccia
a cui
si sono altri
turbinosamente infranti
e altri lo faranno…
È grazia, questo, o tormento ?
Sia comunque e sempre misericordia –
prega lei con coloro che la pregano…
all’unisono.
*Mario Luzi –
ANGELICA, V – FRASI E INCISI DI UN CANTO SALUTARE