Non siete morti –
siete in alto mare.
Creature irreclamate
che hanno eletto domicilio
in acque non protette
escono a rilento
dal letargo;
prendono il largo esposte
in mezzo al mare
dentro un guscio di vimini
cullato dai marosi.
Il mare è sempre aperto.
Che destino sarà
questo destino
desulturio detrito
fra gli immortali un giorno
un giorno fra i mortali
per orgiare a misura
di argonauti o semidei
di oscuri dioscuri?
Da quando in qua non c’è
niente per cui valga la pena
vivere e morire?
Durante la tempesta
in sommità degli alberi
rampollano all’insegna
del buon presagio
i fuochi di Sant’Elmo
pennacchi paonazzi
a due cuspidi per la gioia
dei marinai che tirano
un sospiro di sollievo.
La maschera del mondo
fa acqua da ogni poro.
L’oro dei sogni amalgama
di alghe e mucillagini
attira i corpi che si adagiano
sul letto della marea
in fondo alla vasca.
Un trasparente funge
da orizzonte marecielo
dove il natante transita.
A bordo dello scafo
non si scorge nessuno
che ami nessun altro
più di sé.
L’età della marea
pesa sui corpi. Spento
lo sguardo che per ultimo
ha posato sui due oceani.
Perdutamente afona
la voce all’abbandono.
Non c’è porto. E non siete
in alto mare: siete morti.
*Image: *Guernica by Sea. (Javcho Savov)