Il romanzo più autobiografico di Dacia Maraini. La personalità di questa donna affascinante e poliedrica, raffinata ed elegante, ma quotidiana e a volte anche un po’ salottiera, abile conversatrice e ironica e graffiante, si compone man mano che si leggono i suoi scritti, che si cerca il filo conduttore di una vita già preannunciata dalla mescolanza genetica da cui proviene e che è stata la ragione prima del suo essere, del suo scrivere, del suo amare e del suo soffrire.
Dacia si è affacciata alla finestra della letteratura italiana all’inizio degli anni Sessanta che la vedono già pubblicista impegnata, autrice di poesie, regista di cinema e teatro: un’avventura che dopo il Sessantotto l’avrebbe condotta al romanzo e alla poesia di tipo militante. Nel 1962 pubblica La vacanza, la storia di una ragazza di quattordici anni, Anna, che è ritratta accanto a un padre vedovo, ma giovanile, alle prese con uomini, anche di età matura con i quali scopre il sesso e la sensazione orribile di essere solo usata.
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