CONTRO LE MADRI – Elsa Morante (da L’Isola di Arturo)

CONTRO LE MADRI – Elsa Morante (da L’Isola di Arturo)

Sì ! Per fortuna sua ! Così potesse ognuno nascere da… un tronco d’albero,… da un cratere di vesuvio,… da una pietra focaia… da qualsiasi cosa che non tenesse viscere di femmina ! ma… le femmine… sacrificano tutto… per i figli loro… Si provò a obiettare la matrigna. Basta, ti ho detto, fa’ silenzio! La interruppe di nuovo mio padre, Sacrificano… vuoi sapere una importante Verità Eterna, tu diavolessa, tigre? Impara: IL SACRIFICIO E’ LA SOLA, VERA PERVERSIONE UMANA. Non mi piace a me, il sacrificio. E i sacrifici materni… Aah! Per quante maligne femmine uno sposo possa incontrare nella vita, la peggiore di tutte è la propria madre! Questa è un’altra verità eterna! … Almeno, egli diceva, proseguendo il suo ragionamento, dalle altre femmine, uno può salvarsi, può scoraggiare il loro amore; ma dalla madre, chi ti salva? Essa ha il vizio della santità… non si sazia mai di espiare la colpa di averti fatto, e, finché è viva, non ti lascia vivere con il suo amore. E si capisce: lei, povera ragazza insignificante, non possiede nient’altro che quella famosa colpa nel suo passato e nel suo futuro, tu, figlio malcapitato, sei l’unica espressione del suo destino, essa non ha nessun’altra cosa da amare. Ah, è un inferno essere amati da chi non ama né la felicità, né la vita, né se stesso, ma soltanto te! E se tu hai voglia di sottrarti a un simile sopruso, a una simile persecuzione, essa ti chiama Giuda! Precisamente, tu saresti un traditore, perché ti va di girare per le vie, alla conquista dell’universo, mentre che lei vorrebbe tenerti sempre con sé, nella sua dimora d’una camera e cucina! (…) E mentre tu cresci, e ti fai bello, essa sfiorisce… Si sa che la fortuna non può impicciarsi con la miseria, così va la legge della natura! Però, lei, questa legge non la intende: e ti vorrebbe, supponi, magari disgraziato peggio di lei, vecchio, imbruttito, magari mutilato o paralitico, pur di averti sempre vicino. Lei, per natura, non è libera, e vorrebbe che tu fossi asservito assieme a Lei. Questo è il suo amore di madre! Non riuscendo ad asservirti, intanto, si compiace del suo romanzo d’una madre martire e d’un figlio senza cuore. Tu, è naturale, non hai nessun gusto per un romanzo di tal genere, e te ne ridi, altri romanzi, altri cuori… Essa piange, e sempre più diventa noiosa, senile, funesta! Tutto, intorno a lei, è infestato dalle lagrime. E tu, si capisce, sempre più hai voglia di evitarla. Appena ti vede ricomparire, essa ti accusa… I suoi insulti sono supremi, di uno stile biblico. Il meno che possa dirti è infame assassino; e non c’è giorno che non ti reciti questa litania! Vorrebbe, forse, con le sue accuse, ispirarti l’odio di te, e privarti di te stesso, per sostituire, lei, i tuoi orgogli e i tuoi vanti, usurpandoti, come una regina triste. E dovunque tu scappi, lontano da lei, per la città, non puoi salvarti dal suo amore, da quel parassita eterno. Difatti, se, per esempio, in cielo si ode un tuono, o prende a piovere, tu puoi giurare che nel medesimo preciso istante, lei, laggiù nella vostra stamberga, si dispera all’idea: Adesso, questa pioggia lo bagnerà, si raffredderà, starnuterà… E se invece il cielo si rischiara, puoi essere certo che lei si lagna: Ahimè, con questo bel tempo l’assassino non rimetterà piede in casa prima di notte… Qualsiasi fenomeno del cosmo, o evento della storia, a lei non si manifesta se nn in relazione a te. A questo modo, il creato rischia di diventarti una gabbia. Lei ne sarebbe contenta, perché il suo amore non sogna altro. In realtà, essa vorrebbe sempre tenerti prigioniero, come al tempo ch’era incinta di te. E quando le sfuggi, tenta di irretirti da lontano, e di dare la propria forma a tutto il tuo universo, per non farti scordare l’umiliazione d’essere stato concepito da una donna!

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