La cultura punk e tutto il movimento (soprattutto giovanile) che ne segue, nasce dall’aggettivo inglese punk, che sta ad indicare un qualcosa da due soldi, di scarsa qualità quindi.
La cultura ed il movimento punk nascono negli Usa e in Gran Bretagna attorno alla metà degli anni ‘70. Il movimento punk si concretizza principalmente in modi di vestire non convenzionali e alquanto provocatori (per contraddistinguersi dalla gente ricca), e da atteggiamenti nichilisti.
La cultura punk “originale” deriva da vari correnti ideologiche, soprattutto l’Anarchia, inteso come disordine e mancanza di schemi da alcuni rami della sottocultura punk, come uguaglianza tra tutti gli uomini e fine delle ingiustizie da altri gruppi punk (come gli Anarcho punk).
Risulta quindi impossibile collocare il pensiero punk in un’unica corrente di pensiero, dato che il punk è suddiviso in un’infinità di sotto rami, che vanno dall’anarchismo al comunismo fino addirittura al nazismo, oppure semplicemente alla neutra apoliticità.
L’unico punto in comune che riesce ad unire tutti i rami della cultura punk, è il rifiuto per qualsiasi forma di controllo, tra cui, soprattutto, il controllo sociale esercitato dai mass-media e dalle organizzazioni religiose. Ciò non esclude però un riferimento spirituale da parte di molti punk.
Sotto rami del Punk
Punk Rock
Il punk rock è il nome dato ad un movimento e ad un genere musicale che ha avuto il suo apice fra il 1976 e il 1979.
Il gruppo che maggiormente a fatto esplodere il movimento punk rock è stato sicuramente quello dei Sex Pistols; ricordiamo inoltre altri gruppi inglesi come Damned e Clash, e gruppi americani quali Ramones e Dead Boys.
Le origini di questo genere musicale sono da ricercarsi nel Rock di Detroit della fine degli anni sessanta, quando gruppi come Mc5 e Stooges svilupparono una nuova forma di Rock, che eliminava le vecchie regole del rock classico, basato sulla raffinatezza nel suono degli strumenti e della vocalità della voce, ricercando invece forme espressive basate principalmente sull’impatto sonoro; questi gruppi furono, possiamo dire, i precettori della prima vera ondata di punk, il punk 77.
Il punk ha avuto poi negli anni ottanta diverse diversificazioni, suddividendosi in hardcore punk, anarcho punk e street punk.
Attualmente la differenza tra PUNK e PUNK ROCK, sta nel definire punk tutti quei gruppi che fecero parte del movimento PUNK 77, mentre con il termine punk rock si indicano tutti quei gruppi (anche moderni) che abbiano sonorità molto ruvide.
Anarcho Punks
L’anarcho punk (conosciuto anche come peace-punk) è un sottogenere del movimento punk rock, caratterizzato da gruppi con idee molto vicine all’ideologia anarchica.
Alcune parti del movimento punk vedono e hanno visto l’anarchia come espressione di caos, disordine e violenza, venendo definiti per questo chaos punk o street punk; altre fazioni del punk, invece, come gli Anarcho punk appunto, vedevano e continuano a vedere (me compreso) l’anarchia come espressione di pace e uguaglianza.
Mentre i primi esponenti del movimento punk erano interessati all’anarchismo per il suo valore provocatorio, la punk band Crass si ispirò a idee più profondamente anarchiche e pacifiste, e pose così le basi per avere una notevole influenza sui movimenti di protesta dei successivi due o forse più anni.
Molti anarcho punk sono sostenitori di idee come l’animalismo, il femminismo, il pacifismo ed il vegetarismo, e hanno inoltre posizioni anti capitaliste.
Anche se i Crass hanno fatto del pacifismo uno dei punti cardine dei loro ideali, non necessariamente ogni anarcho punk segue o ha seguito questa strada ideologica. Molti anarcho punk sono infatti favorevoli all’azione diretta, di tipica matrice anarchica.
I Crass, con il loro fondatore Penny Rimbaud, hanno mosso dure critiche ad una certa parte del movimento punk, specialmente a gruppi come Sex Pistols e Clash, accusati di essere niente altro che burattini e promotori del business della musica.
I Crass si propongono quindi come una valida alternativa all’interno dello stesso movimento punk a gruppi, come i Sex Pistols e i Clash, appunto, che hanno fatto, da una parte, dell’autodistruzione, del nichilismo e della violenza uno stile di vita, e che, dall’altro, spesso hanno venduto il loro prodotto musicale ai migliori offerenti.
Etica del DYI
Molti gruppi anarcho punk sono stati ideatori di quella che è stata definita la cosiddetta “etica del DIY”, ossia del “Do It Yourself”, (“Fattelo da solo”).
Un famoso slogan anarcho punk difatti recita:
DIY not EMI
Questa rappresenta una presa di posizione contro le maggiori case discografiche del tempo.
Inoltre, l’etica del DIY è una chiara presa di posizione anti capitalista, che vuole proporre la cultura punk ed i suoi prodotti non come l’ennesima merce da vendere nei supermercati di tutto il mondo.
Molte delle prime band anarcho punk sono state edite dalla Crass Records, casa discografica di autoproduzione dei Crass. Un altro aspetto importante del DIY è la produzione e la distribuzione di “fanzine”, ossia giornali auto prodotti, che cercavano di diffondere notizie e idee della cultura punk.
Street Punks
Con il termine Street Punks (o chaos punks) vengono identificati quei punk che si ispirano al modello di vita lanciato dai Sex Pistols e da altri esponenti del Punk 77, e cioè si dedicano spesso e volentieri al vandalismo, all’ubriacarsi, all’uso di droghe, e vestono con giubbotti di pelle e jeans stretti, tingendosi spesso i loro capelli a forma di cresta.
Alcuni di questi street punks sono politicizzati, altri invece no. Quelli che hanno un ideale politico si rifanno all’anarchia (intesa come caos e disordine); altri si definiscono contrari al comunismo, definendosi Punks not red; altri ancora sono simpatizzanti dell’estrema destra, e vengono chiamati Nazi Punk. Infine, come detto, esistono anche degli street punk apolitici, seguendo la vera essenza del punk 77.
Lo Street punk nacque all’inizio degli anni ’80 in Inghilterra, ispirato da band storiche come i Sex Pistols, i Funeral Dress e i Clash.
In sostanza, lo street punk è, fondamentalmente, l’unione tra due generi punk molto simili tra loro: il punk 77 ed il chaos punk (o UK 82).
Contrasti tra Anarcho Punk e Street Punk
I contrasti tra Street Punk e Anarcho Punk (in cui anche io mi raffiguro) sono stati fin da subito inevitabili, vista la profonda diversità di intendere il concetto di Anarchia.
Come detto in precedenza, gli street punk acclamavano l’anarchia come produttrice di caos e come forma di distruzione di tutto e tutti; gli anarcho punk vedono invece (più giustamente) l’anarchia come tramite per eliminare le disuguaglianze e gli abusi di potere.
Gli street punk prendono spunto dalle idee e dalla musica dei Sex Pistols, mentre gli anarcho punk si rifanno ai Crass.
Gli Anarcho punk vengono definiti in modo dispregiativo dagli street punk “Hippie Punks”, per il loro essere legati ad ideologie pacifiste e non-violente, (seppur alcuni Anarcho punk affermino di opporsi alle droghe, al contrario degli Hippie), e per il look, che se da una parte è composto da toppe, spille e scritte come quello Street punk, non è cosi appariscente e curato, ma si basa su abiti per la maggior parte neri, soprattutto per contrastare il look variopinto e appariscente degli Street punk.
Naturalmente, anche gli anarcho punk hanno creato un modo dispregiativo di definire i rivali street punk, e cioè “Fashion Punks”, accusandoli addirittura di essere dei modaioli per la troppa cura nell’abbigliamento appariscente e perfetto, con creste colorate e alzate con vari prodotti, vestiti talvolta costosi, colorati e strappati apposta.
Gli Anarcho punk e i Crusters si riuniscono sotto un’organizzazione chiamata I.A.P. (International Anarcho Punk); gli Street punk, invece, in quanto privi di alcuna ideologia politica e votati praticamente solo a vandalismo e divertimento, non hanno un’organizzazione internazionale specifica che li racchiuda sotto un’unica bandiera, riunendosi soltanto in crew (gang o bande) votate ad atti di teppismo immotivati, come l’americana D.D.P. (Disorderly Drunk Punks).
L’influenza politica nello Street punk è presente solo in casi abbastanza rari; in questi pochi casi è appena abbozzata a concetti elementari con remoti richiami all’anarchismo, come l’odio verso borghesi e poliziotti, e il portare simboli anarchici, però al solo, stupido scopo di provocare il chaos.
La “Filosofia” Punk
Il vero punk è, per i puristi e gli storici del rock, il Punk 77, che comprendeva, come detto, gruppi britannici quali: Sex Pistols, Clash, The Damned, Buzzcocks, Vibrators ecc.; ma anche gruppi americani come: Ramones, Dead Boys, The Stooges e New York Dolls.
Il 1977 fu un anno fondamentale per la storia del punk, perché fu l’anno di uscita dell’unico album inciso dai Sex Pistols: “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”.
L’album conteneva quello che sarebbe poi diventato il vero e proprio inno del movimento punk: “Anarchy in the U.K”. (uscito come singolo nel novembre del 1976).
“Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”, non fu però il primo album punk della storia; questo primato va infatti attribuito ai Ramones, che uscirono con un album omonimo, “Ramones” appunto, nel 1976.
L’ideologia del primo punk britannico rispecchia pienamente il pensiero dei Sex Pistols, e cioè: l’anarchia, l’anticristo, la distruzione di qualunque cosa assomigli anche lontanamente a una forma di società.
Nella canzone dei Sex Pistols “Anarchy in The U.K.”, troviamo infatti le seguenti parole:
«I am an anti-Christ / I am an anarchist /
don’t know what I want / but I know how to get it /
I wanna destroy the passer by / ’cause I wanna be anarchy»
(Anarchy in the U.K. – Sex Pistols)
Tradotto:
«Io sono un anti-Cristo / io sono un anarchico /
non so quel che voglio / ma so come ottenerlo /
voglio distruggere il passante / perché voglio essere l’anarchia»
(Anarchy in the U.K. – Sex Pistols)
Da queste poche ma significative parole, possiamo facilmente intendere che la furia distruttiva del punk non risparmia niente e nessuno.
I veri seguaci del punk si differenziavano da tutto quello che era venuto prima di loro, compreso il rock and roll “classico”, che stava diventando un qualcosa solo per pochi, visto che i gruppi rock di quel periodo proponevano un rock basato sulla musicalità e sulla sola bravura musicale.
La differenza principale tra Punk e Rock è proprio questa: nel punk la tecnica e la bravura non erano più l’aspetto più importante; ciò che era invece fondamentale è la diffusione delle proprie idee e del proprio credo.
Da tutto ciò nacque poi anche la “favoletta” messa in giro dai “nemici” del punk, e cioè che i gruppi punk “non sapevano suonare”; è vero che usavano solo tre accordi per sfogare la rabbia, ma era ciò che volevano, quindi…
E’ vero anche che le canzoni punk solitamente non durano più di tre minuti, ma è anche vero che in quei tre minuti poteva succedere di tutto!
Lo slogan lanciato dai Sex Pistols (che divenne poi anche lo slogan di tutto il movimento punk era “No future”), una filosofia di vita che rifiuta in blocco il passato e nega, allo stesso tempo, la possibilità di un futuro, o meglio “Non se ne preoccupa”.
Si può quindi dire che il movimento punk viva costantemente nel presente.
Un altro gruppo protagonista del punk britannico di quel periodo sono sicuramente i Clash. L’atteggiamento dei Clash è però abbastanza diverso da quello dei Sex Pistols; infatti, i Clash, a differenza dei Sex Pistols, raccontarono sempre storie di vita quotidiana, di ordinaria disperazione. Facevano quindi, palesemente riferimento al Reggae.
Chi sono i Punks
Se, come detto in precedenza, il Punk è una sottocultura giovanile basata su una musica rozza, rumorosa e poco complessa, nata nei metà anni 70 in Inghilterra e negli Stati Uniti con gruppi come Sex Pistols, Ramones, Dead Boys e The Damned, le persone che seguivano e seguono tutt’ora questo stile di vita vengono identificati come Punks.
I Punks rappresentavano inizialmente il lato peggiore della gioventù, non erano legati a nessun ideale politico ed erano dedicati principalmente alla provocazione, alla trasgressione e spesso all’Anarchia (intesa però solo come caos e disordine, ma non in senso politico).
Anche se il Punk musicalmente non nacque in Inghilterra, fu il luogo dove sviluppò principalmente il look, e, più tardi, la vera ideologia. L’abbigliamento era shoccante, basato su creste da mohicano, capelli spettinati e spesso colorati, giubbotti e pantaloni in pelle, anfibi, borchie, spille da balia infilzate selvaggiamente sul volto (antenate dei moderni Piercings), collari da cane, indumenti sadomaso, lucchetti usati come collane, catene, jeans lacerati, e via via di questo passo.
I loro atteggiamenti e il loro modo di essere non era da meno del look; erano infatti conosciuti per la bizzarra abitudine di sputare continuamente e di fare dello sputo addirittura un proprio simbolo; erano inoltre famosi per la loro attitudine violenta, una violenza diretta non solo contro gli altri ma anche contro se stessi, secondo veri e propri atteggiamenti autolesionisti il tagliarsi il corpo con lamette senza un preciso motivo se non quello di causare shock tra la gente che assisteva a tali scene (come Sid Vicious, il bassista dei Sex Pistols).
Principalmente, i Punks incarnavano perfettamente l’immagine di “giovani teppisti”, e così, spesso anche esagerando, nei film o nei libri degli anni 80 i teppisti e i vandali che infestano le metropolitane e le strade durante la notte erano raffigurati come dei Punks.
I Punks si scontravano molto spesso con bande rivali, come con i Teddy Boys e i Mods, generando vere e proprie battaglie di strada.
Oggi i Punks sono considerati, più che altro, dei Metallari, ma ormai è diventata solo una faccenda “figurativa” e gli scontri dalle violente battaglie di strada di un tempo sono diventate ormai solo insulti lanciati soprattutto da internet…
La definizione originale di “Punks” si può identificare nelle seguenti parole della voce dei Sex Pistols, Johnny Rotten:
“Essere punk vuol dire essere un fottuto figlio di puttana, uno che ha fatto del marciapiede il suo regno, un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna della Monarchia, senza avvenire e con la voglia di rompere il muso al suo caritatevole prossimo.”
(Johnny Rotten)
I Punks in Italia
Il movimento Punk in Italia è stato originato principalmente da gruppi come Skiantos, Tampax e Kandeggina Gang. Il punk italiano è poi proseguito negli anni 80, con gruppi come Bloody Riot, Traumatic e Skinhead, tralasciando però esperienze come quella dell’Anarcho Punk.
Moda Punk
La moda punk, che nasce direttamente dal movimento punk, si identifica sostanzialmente con il rifiuto dei canoni della moda stessa e delle regole; per questo motivo è difficilissimo individuarne dei canoni fissi.
Caratteristiche
Che cosa sia la moda punk lo si può dedurre da un motto degli anni ‘70, che recitava testualmente: “Punk is attitude, not fashion” (“Punk è un modo di essere, non un modo di apparire).
Da qui si può capire che non esiste una vera e propria moda punk, o un modo fisso di vestire; per essere punk basta indossare tutto ciò che è trasgressivo e che va contro le regole della moda “raffinata”.
Naturalmente ci sono oggetti o indumenti che la maggior parte dei punks indossa, e che sono divenuti quindi sinonimo di “abbigliamento punk”. Questo stile nacque prevalentemente in Inghilterra, con gruppi come Sex Pistols e Clash, che ne ispirarono l’intero movimento fino ad oggi.
Solitamente, la moda punk è composta da capi d’abbigliamento e accessori di prezzo economico, particolarmente resistenti e tipici delle classi medio basse, quali:
Creste colorate;
Abiti di pelle personalizzati con toppe, borchie e scritte;
Anfibi o “All star Converse”;
Braccialetti borchiati;
Orecchini, piercing, spille da balia spesso usate come orecchini;
catene di piccola dimensione al collo con un lucchetto per chiudere le estremità;
Tatuaggi;
Indumenti sadomaso;
Cinture borchiate;
Collari borchiati;
Catene;
Giubbotti jeans personalizzati;
Jeans attillati strappati e usurati, o “bondage trousers” (chiamati “Tiger”), composti da stoffa tipicamente scozzese di diversi colori a quadri detta Tartan.
Gli Anarcho Punks e i Crusters, ovvero i Punk attivi politicamente, spesso sostenitori di ideologie quali Anarchismo, Vegetarianismo, Animalismo, Pacifismo, Ambientalismo ecc., si distinguono dai Punk che si ispirano al Punk 77, detti Street Punk, ovvero votati al caos e al disordine e senza una precisa ideologia politica.
Essi, quindi, assumono caratteristiche di abbigliamento leggermente differenti da quelle degli Street Punks; non indossano, ad esempio, abiti appariscenti, ma abiti di colore nero soprattutto di nero per contrastare il look colorato e variopinto degli “Street Punks”, e, nel caso in cui prediligano ideologie animaliste, non indossano neanche indumenti in pelle e anfibi.
Oggi
Dall’inizio degli anni ’90, si è verificata una commercializzazione di alcuni generi, come il Pop Punk o Punk Revival, da non confondere con il vero punk; questo avvenimento ha portato alla formazione di una schiera di appassionati dei sottogeneri più commerciali e orecchiabili del Punk, ma che non devono assolutamente essere scambiati per punks, poiché vestono anche in modo differente e, talvolta, non ascoltano nemmeno la stessa musica. Essi vestono essenzialmente seguendo la moda dello Skater, e cioè:
T-shirt e giacche in tessuti techno e impermeabili;
Bomber molto pronunciati;
Spille da balia o pins;
Jeans particolarmente usurati o stracciati e larghi, militari, o pantaloni a quadri con attaccati portachiavi in metallo;
Grosse scarpe da ginnastica Skater, in alternativa anfibi o le classiche “Converse All Star”;
Felpe con scritte di tipo Murales;
Piercing.
Il modo di vestire è indiscutibilmente caratterizzato dalla trasgressione dei canonici stili dell’eleganza e dell’appartenenza di classe.
La mia personalissima opinione è che il punk si è evoluto, e che è sbagliatissimo ascoltare solo gli esponenti del Punk 77 (quello vero), ma che non si può nemmeno autodefinirsi punk solo perché si ascoltano le canzoni di gruppi moderni e commerciali, quali ad esempio i Simple Plan o i Good Charlotte, ignorando la vera storia e le vere origini del Punk e di gruppi che ne hanno fatto la storia, quali ad esempio i Sex Pistols.
Personalmente, poi, preferisco vestire seguendo i canoni del punk moderno, ascoltando però spesso e volentieri canzoni di gruppi come Ramones, e, appunto, Sex Pistols.
Concludendo, mi chiedo come ci si può definire punk se poi non si conosce nemmeno quello che è indiscutibilmente diventato l’inno della ideologia e della cultura del movimento punk, e cioè “Anarchy in the U.K.” dei Sex Pistols…