La vita ci consuma, e come un’acqua
che si arrotonda le più quadre pietre,
così ci rode e morde e spolpa e spompa
e spoglia e sbuccia e succhia, e ci smidolla:
noi, l’uomo vivo, fa di pasta frolla:
e, come un ghiaccio, che nel caldo ammolla,
scioglie i muscoli e i nervi in trista colla,
mentre ci svena il sangue a bolla a bolla:
guardate agli occhi miei, che un velo vela,
quasi sbavata nebbia sopra un vetro:
guardate al polso mio, che forte trema,
quasi criceto a acciuga, in rete o in gabbia:
sopra la pelle mia, scriba tenace,
il tempo a inciso, con la sua lancetta,
lungo e largo, alto e basso, in furia e in fretta,
la sua firmetta netta maledetta:
(…)
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*Edoardo Sanguineti
*FOTO: Caroline Tarasco