DEGLI UOMINI – Laurent Mauvignier

degli uomini mauvignier

 Credo proprio che in quel momento lei abbia considerato tutto ciò che doveva essere accaduto perché si giungesse lì, al preciso istante in cui lei tiene in mano la scatola di un gioiello – poiché, non c’erano dubbi, era un gioiello – che non osava aprire, perché sapeva non tanto cosa ci fosse dentro quanto le conseguenze, i dubbi, i rischi, già la paura, sono sicuro, bastava sentire, vedere, guardare com’era poroso e insieme spesso il silenzio, che nel salone delle feste attraversava il fumo delle sigarette e gli aliti degli invitati.
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Perché comunque, lui che tutti avevano conosciuto così sbruffone e altezzoso, era come se una molla si fosse rotta a furia di restare troppo tesa, troppo tirata, lasciando il posto a un’incertezza che gli si vedeva fluttuare nell’azzurro degli occhi, quando ti guardava o quando credevi di essere guardato da lui, senza esserne certo, solo immaginando che fosse uno sguardo per via di una leggera insistenza, di una fissità glauca nonostante lo sbattere delle palpebre.
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Perché si sentiva che aveva mollato il colpo, che annaspava, che le dighe dentro di lui finalmente stavano per crollare e lo avrebbero lasciato svuotato della sua aggressività e del bisogno di aggredire.
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Ed è durato parecchio. Loro hanno pensato che durasse un’infinità, perché a volte c’erano quei silenzi, come tempi morti, angoli morti, solo silenzio, cioè nulla, un buco, come se fosse finito e non fosse mai cominciato.
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Perché Fuoco di legna aveva afferrato un oggetto, un’asse di legno, un attrezzo, qualcosa di pesante che non ha guardato al momento di colpire e colpire finché non gli si è riaccesa dentro la rabbia, compiaciuta di vedersi così eccitata, galvanizzata, e finalmente premiata, un’attesa così lunga e ora l’animale inerte, coricato, o meglio prostrato nella neve, fuori, davanti alla catasta della legna. Il cane non era morto.
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Sa che a volte l’interrogativo diventa un’inquietudine, l’inquietudine un’angoscia. Ha paura che il miracolo di colpo s’interrompa come è iniziato, e di ricevere come già tanti compagni, una lettera, poche parole: non ti amo più.
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