FEMMINICIDIO IN ITALIA: TUTTA COLPA DELLA BARBIE

Rientrato in Italia, vedo subito che non è cambiato molto da quando ero partito. Fondamentalmente la situazione è la stessa, forse solo un po’ peggiorata.

Parlo della gente normale, vera, quella che poi fa lo Stato.

In Italia le notizie, quelle che vengono date, quelle di cui si vuole che la gente parli, servono da sempre principalmente per sfuggire la realtà e i veri problemi per cui varrebbe la pena indignarsi.

E cosi nascono i casi Kabobo che irrompe come un turbine sul matrimonio della Marini…l’ultimo caso di omicidio per passione ai danni della 16enne Fabiana, è quello del giorno o della settimana per il momento.

O meglio le violenze sulle donne è l’argomento del momento.

small__5457992448O forse solamente per dividere, magari per i più giovani, gli uomini dalle donne, che altrimenti sarebbero compatti nel protestare contro una vita moderna oramai invivibile.

E’ sempre bene ricordarsi che le notizie ci vengono date per un motivo. Da sempre e per sempre, purtroppo le donne sono vittime di abusi e violenze da parte degli uomini con la U minuscola, adesso se ne parla, altre volte no.

Da sempre in Calabria, nel sud Italia e in tutto il mondo ci son state scene di gelosia, ex amanti disperati che perseguitano il proprio compagno e alcune volte ciò sfocia in tragedia…e purtroppo forse questo durerà per altro tempo, se non per sempre.

Forse anche questo fa parte dell’amore…ah ci sono… vieteranno l’amore un giorno…

Scherzi a parte non voglio mancare di rispetto a nessuna donna e nessun fatto di cronaca, anzi LE DONNE NON VANNO TOCCATE NEMMENO CON UN FIORE, come si dice.

Ma addirittura parlare di femminicidio, in Italia, in questo momento mi pare un tantino esagerato.

Un ragazzo ha ucciso la sua ex fidanzata, ciò non vuol dire che lo fanno tutti.

Se un uomo di 70 va con una minorenne, non vuol dire che lo facciano anche i vostri dolci nonnini.

Pensiamo che qualcosa sia però da fare, qualche seria riflessione da compiersi.

Forse va analizzata la figura della donna nel nostro paese.

Viaggiando mi son reso spesso conto che la figura della donna che si ha in questo paese è per certi versi unica e quasi storica oramai.

Basicamente in Italia, la maggior parte della gente, non solo la classe politica, pensa che le donne siano solo buone a far le ‘zoccole’.

Da anni in Italia, se si è donna, è auspicabile lavorare con il proprio corpo, con l’apparenza, in televisione, fare le escort…che poi altro non è la buona e cara mignotta di una volta, con parvenza più moderna.

Del resto fare la ‘zoccola’ pare oggi il modo migliore per far soldi, se non addirittura entrare in politica.

Quindi i nostri ragazzi, tutti e di tutte le classi sociali, sotto una parvenza di sviluppo democratico e ideologico, pensano che le ragazze siano tutte peggio che le ‘zoccole’.

Forse è questo il primo passo per cambiare una rotta pericolosa nel nostro paese, come nel mondo ‘sviluppato’.

Per questo fa ridere tutto il buonismo che esce dai programmi televisivi e giornali sull’argomento. Oggi tira Fabiana Luzzi.

I giornali stessi riescono a trattare stupri e violenze alle donne, anche famose, con parole diverse a seconda del messaggio da dare, a volte questa è violenza peggiore del fatto compiuto perché istigazione indiretta:

Per questo forse sarebbe meglio invece riflettere su questo modello di donna oramai radicato nei paesi ‘sviluppati’ come il nostro.

Modello dato dal sistema dei consumi, della televisione, modello presente nella vita quotidiana di tutti.

Per aiutarvi in questo, riporto un’articolo del 1986 di Furio Colombo, scritto su La Stampa, che parla della donna americana, quindi della donna nel mondo ‘progredito’, usando come spunto la Barbie, la famosissima bambola americana, che ha fatto la stereotipo moderno della donna nel mondo. Portando ad avere milioni di Barbie nel mondo, da Paris Hilton a milioni di donne attempate che con trucco e capelli biondi e chirurgia estetica, vorrebbero essere Barbie per sempre…

Sempre che qualche Ken non si arrabbi un giorno, non si ingelosisca e non l’ammazzi…



Per questo forse bisogna cambiare approccio ai problemi, non fissarsi sulle conseguenze, ma guardare alle cause dirette e indirette.

In questo, televisione, ritratti di società come video musicali o giornali, pubblicità e consumi vari andrebbero veramente regolati e indicati come qualcosa che altera in modo indelebile la mentalità delle persone e quindi la società tutta…

Non c’è da stupirsi quindi se, in venti e passa anni di boom televisivo italiano, dove nonostante ciò l’offerta dei programmi validi è minore di un paese del terzo mondo, da Alda Merini o dalla Montessori, la figura italiana di svolta per le donne oggi, sia data da Sara Tommasi o dalla dolce Ruby…

 ARTICOLO

È alta, magra, i fianchi un po’ stretti, la testa lievemente sproporzionata alle spalle, le gambe lunghe che danno slancio e suggeriscono quell’istante festoso della vita subito dopo l’adolescenza, i capelli scintillano..

small__8684143206Noi stiamo parlando di Barbie, la bambola. Ma Barbie è il miglior ritratto di cui disponiamo della donna americana contemporanea, afferma il sociologo Lakoff dell’ Università di California. Lakoff non è la sola autorità sulla bambola.

C’è un enciclopedia di trecento pagine a lei dedicata, una bibliografia di una ventina di volumi, almeno due musei, un fan club con almeno trentacinque mila iscritti, una corrispondenza di tremila lettere al mese. C’è anche un evoluzione storica in questa fanciulla che è senza età, proprio come l’America, in questa Hostess ideale del viaggio attraverso il nostro tempo e il nostro paese, dice Miss America 1986.

Barbie ha da sempre un fidanzato, Ken, con cui non si sposa mai, ma da qualche tempo ha un buon amico, Derek, con cui suona rock…

Barbie è adorata dalle bambine, è un oggetto di culto per molti adulti. Chi ama Barbie raramente ha una Barbie sola. La collezione cresce con gli anni. Scrive Richard Harrigton sul Washington post. E anche Barbie non accenna a invecchiare, dopo 27 anni, e questo sta trasformando in fatto reale, tangibile, ciò che la bambola prometteva al suo inizio, la rappresentazione della vita che si ferma tra i venti e trenta anni, quando i genitori sono vivi, sei libero ma non così responsabile, e avere un ragazzo non vuol dire prendere impegni o decidere sul futuro. Barbie è una sospensione di giudizio, per questo l’adorano…

Come in arte e in letteratura, molti capolavori nascono per caso.

Barbie avrebbe dovuto essere nient’altro che una modellina da vestire con tanti abiti per le bambine orientate alla moda. Invece è diventato un riferimento di vita.

Chi lo fabbrica ha capito che due sono gli aspetti più apprezzati di questo capolavoro. Non bisogna suggerire alcuna intimità, alcuna consistenza fisica del corpo. Il corpo è uno strumento per portare vestiti, sempre nuovi, sempre diversi.

Non si deve immaginare alcun cambiamento.

medium_3988236520Sei già così, sei già Barbie, viene detto ai bambini. Essere Barbie vuol dire essere belli, cioè regolari, dunque ammirati e senza problemi. La bambola adulta, allora, rappresenta se stessa, sei già arrivata e non rischi nulla. La vita è un guardaroba, rappresenta tua madre, niente paura nessuno invecchia, nessuno esce di scena, rappresenta la vita al suo meglio, sei quello che sembri. Qualunque artificio, a questo fine, va bene e ha un suo valore morale.

Nel mondo di Barbie i bambini hanno esaurito la corsa al fantastico per identificarsi con un realismo moderato ma persuasivo…

Il modello che con Barbie viene dato ai bambini è non essere tanto giovani. Si tratta di un altro criterio che a pensarci bene domina molte immagini americane, da Miss America ai raduni di fedeli rapiti dalla predica del pastore elettronico. Essere giovani vuol dire non essere vecchi. Vuol dire niente rughe, niente tratti di identificazione personale, niente diversità dagli altri. Vuol dire trucco smaltato e un po’ forte, occhi ben grandi e sempre sorridenti, capelli che, rispetto al naturale, troviamo un po’ troppo lavorati, un po’ costruiti, un po’ troppo luccicanti per essere giovani.

Ma qui sta già funzionando il trucco. I capelli così, con la giusta tintura, fanno il loro effetto almeno fino a sessantacinque anni. Un trucco così, con un po’ di attenzione e di cura della pelle, ti porta oltre l’età della pensione. Nonne travestite da Barbie si aggirano con le nipotine per le sale di Schwarz, a New York, il più grande negozio di giocattoli al mondo, e grazie all’identità quasi perfetta tra la nonna e la bambola, la bambina resta immune da ogni sospetto sulla vecchiaia…

Tutto ciò non accadeva con la bambola appena neonata, tenuta stretta proprio per la sua imperfezione, perché non era ancora cresciuta. E non accade con gli animali di stoffa, che il bambino vuole proteggere. E se si fa proteggere dalla bambola neonata o dal cane di stoffa, è perché sono soffici e imperfetti come lui, come lei, mentre crescono.

Barbie, hostess di una casa uguale a tutte le case, mostra che la vita è sembrare, senza pretendere troppo. Per lei felicità è restare intatti e il prezzo di restare intatti è non essere niente. Vi immaginate Barbie che grida, argomenta, litiga dimostra, si affanna, si batte per una causa? Barbie, fredda e senza figli, non protegge, guida a pensare a se stesso infiltrandosi nella vita a patto di evitare un’identità.

Furio Colombo, 27 dicembre 1986 – La Stampa

A patto di non scontrarsi con le volontà di un Ken, uomo, del quale non è previsto pensiero, sentimento e quindi reazione….