Guardavo ai miei piedi i fiori PIER PAOLO PASOLINI (DA: La divina Mimesis)

Guardavo ai miei piedi i fiori, che sbucavano tra l’erbaccia torva e innocente: ero come loro, gli increduli di morire e destinati a una vita di pochi giorni… Fiorucci in cui c’era solo lietezza, condivisa tra mille e mille piccoli fratelli, assetati di bel sole. E ora che il giorno se ne andava, spargendo su loro la sua triste umidità, essi, stupiti, si rattrappivano, tutti insieme: ma lieti anche in questo!

Chi si presta umilmente alle verifiche che l’uomo fa della sua difficile sorte, è, dell’uomo, il più tenero amico. Eppure… me ne andrò senza conoscere il nome di questi fiori, che furono per tanti anni miei silenziosi compagni.

[…] Anch’io, come un fiore – pensavo – niente altro che un fiore non coltivato, obbedisco alla necessità che mi vuole preso dalla lietezza che succede allo scoraggiamento. Poi certo verrà ancora qualcosa che mi offenderà e mi massacrerà: ma anche per me, come per i fiori delle altre primavere, il passato si confonde con il presente, e un prato è qui, e, insieme, nel cosmo!

(da: La divina Mimesis)

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