Mentre imperversa la crisi internazionale, i politici vanno a puttane e lo spread pare, sia scappato all’estero, a volte è bene ricordare cose reali, importanti, di tutti i giorni.
In italia, a Milano, il fenomeno della droga è largamente e sempre più diffuso, ma di questi tempi non tira, la televisione è impegnata a tirar fuori Kobobo che ammazzano col piccone, del problema della droga non se ne parla più.
In particolare di droghe sempre più pesanti e disponibili per minori, minorenni e minorati.
La cocaina è, ad oggi, il ‘fumo’ della nuova era super consumistica e fast.
Tutti ne fanno uso e si sa, di tutte le classi sociali, attività, età.
Diffuso anche tra i giovani, ma ancora forse non troppo conosciuto al grande pubblico, il ‘Crack’, cioè la pratica di fumarla, la cocaina.
Sembra una cosa enorme, lontana. Eppure non sono in pochi a farla, anzi in molti e come prima di tutte le classi sociali, età, ruoli.
Pericolosa, anche e sopratutto, tra i giovani, portando con sé non raramente, alcuni di essi e per assurdo i migliori ragazzi, non parliamo di drogati, ma di ragazzi d’oro, che una volta sporcati col colore del ‘Crack’, non sopportano lo sporco fino alla fine, facendosene una colpa tale da preferirgli la morte e il suicidio.
Tra i mille personaggi carismatici, portatici via da questa droga, è famosa Whitney Houston
Per questo riportiamo estratti di un articolo sempre di Furio Colombo su ‘La Stampa’ che parla del problema nella società degli Stati Uniti di tempo fa. 1986.
Lo faccio perché forse di questo problema quando si parla di modello da seguire non se ne parla ai nostri giovani, e forse perché essendo di 20 anni fa l’articolo potrebbe essere tutt’oggi valido per Italia come altri, molti paesi che hanno seguito, volenti, indotti o nolenti, il modello democratico d’esportazione della pace basato sulla guerra degli USA.
Barbara Cooper Gordon, psichiatra, dice di avere in cura, per la prima volta, bambini di nove anni.
Vengono da buone scuole, da buone famiglie e la causa del loro male, che a sintomi simili ai momenti di crisi della schizzofrenia, si chiama ‘Crack’, una nuova droga…
Aveva detto alla rete televisiva Abc un agente del Fbi nel Michigan, il 27 febbraio, A noi risulta che nelle fabbriche di Detroit l’epidemia ha raggiunto uno su dieci dipendenti. Questo vae per gli operai, i capi squadra, i manager, i dirigenti.
Dice dal suo laboratorio in Florida il ricercatore James Hall, Non è che la prima ondata. Ne verranno altre, sempre più grandi. Si susseguiranno iin modo sempre più veloce. ‘Crack’ è una droga facile, viene venduta dai giovanissimi, i prezzi sono bassi, l’assuefazione è istantanea, il primo effetto è immensamente più intenso di ogni altro tipo di droga. Il bisogno di ripetere e aumentare la dose è quasi immediato. Quasi nessuno resiste. Sempre più giovani e in dose sempre più alte, avverte Frank Goldberg della squadra narcotici adolescenti appena costituita a Los Angeles…
‘Crack’ è una forma purissima di cocaina che si distribuisce in palline o schegge avvolte in stagnola o in tubetti di plastica.
Si può mischiare con un po’ di tabacco, oppure fumarle, in una piccola pipa di vetro.
La sensazione di ripetere con una dose più frte segue subito.
Non risulta sia possibile smettere senza una cura.
Non si risulta che si possa continuare senza correre rischi gravissimi, che si manifestano in pochi mesi o in poche settimane con i sintomi della schizzofrenia.
La moltiplicazione fantastica dell’effetto rende l’assuefazione talmente alta che le cure sono costose, difficili.
La maggior parte dei centri e degli ospedali, inoltre non erano preparati…
Il problema più grave, oltre la qualità e la facile distribuzione della droga, è l’età dei giovani frequentatori. Un grafico pubblicato da Newsweek il 17 marzo mostra che l’infiltrazione della cocaina, specialmente sotto forma di ‘Crack’, nelle scuole medie, ha raggiunto il 20%. ma una solida base intorno al 9% esiste in molte scuole elementari. E in ogni caso i bambini delle scuole elementari sono i corrieri preferiti perché non punibili…
Ciò che stupisce, nel ‘Crack’ è ci sono più ricchi e poveri, cade la vecchia frontiera che assegnava l’eroina alle strade disastrate di Harlem, e la cocaina ai benestanti, il tempo in cui la droga in cui raggiungeva i bambini solo nelle zone in cui i bambini sono comunque in pericolo…
Ecco.
Questo è un’articolo del 1986 che descrive una situazione diffusa negli USA.
Ora, senza soffermarsi tra il legame del nomignolo Usa, il consumismo e Usa e getta, è chiaro a tutti che questo modello potrebbe essere valido per ogni capitale, città, centro del progresso, luogo del moderno sviluppo democratico.
Ecco.
Vorrei che allora esportanto la Coca cola, la comodità, il multicanale, dicessero anche le controindicazioni dell’assumere nel proprio paese questo modello di società, annientando tutte le proprie tradizioni, culture e abitudini, all’insegna del produrre, fatturare e capitalizzare del mondo dei soldi e delle banche.
A.