«L’uomo tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è.
È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti.
I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica».