Ma tu sapevi ch’è immobile notte
e solo l’anima mia ascolta, malata
che solo me vuole il tuo pianto rapace
l’unica preda io sono
Un sussulto d’un tratto e vago come smarrito
paura cieca m’affolla che passo
la tua voce mi giunge dai quattro angoli del mondo
come un bambino che tormenta un cieco
Il tuo volto ha coperto e ”tregua!” non hai detto
buio è nel tuo pianto, sangue di colomba
nei suoi meandri rannicchiata, da remote distanze singhiozzi
fino dove c’è oblio e niente, l’inconoscibile.
*Natan Alterman – da ‘Gioia degli occhi’
*Foto: Varsavia, di Andrea Cucchi