Stamattina ho avuto un’illuminazione: è tutta colpa mia. Il mio errore più grave è stato non capire che il tempo passa. Il tempo passava e io ero fissa nell’atteggiamento della sposa ideale di un marito ideale. Invece di rianimare la nostra vita sessuale m’incantavo nel ricordo delle nostre notti di una volta. M’immaginavo di aver conservato il mio viso e il mio corpo di trent’anni, invece di curare il mio fisico, di far ginnastica, di frequentare un istituto di bellezza. Ho lasciato atrofizzare la mia intelligenza; non mi coltivavo più; mi dicevo: più tardi, quando le bambine mi avranno lasciata. (può darsi che la morte di mio padre non sia stata del tutto estranea a questo rilassamento. In me si spezzò qualcosa. Da quel momento è come se avessi fermato il tempo). Sì, la giovane studentessa che Maurice sposò, che si appassionava agli avvenimenti, alle idee, ai libri, era ben diversa dalla donna di oggi, il cui universo è tutto in queste quattro mura. Ed è vero che avevo tendenza ad imprigionarvi Maurice. Credevo che la sua famiglia dovesse bastargli, credevo di averlo tutto per me. In generale, davo tutto per scontato, e questo deve averlo seccato, lui che cambia, che mette sempre in discussione le cose. La noia non perdona. E nemmeno avrei dovuto ostinarmi nel nostro patto di fedeltà. Se gli avessi reso la sua libertà -e magari approfittato della mia- Noellie non avrebbe beneficiato del fascino della clandestinità. Avrei potuto fronteggiarla subito. Sono ancora in tempo? Ho detto a Marie Lambert che parlerò con Maurice di tutte queste cose, e farò dei passi in conseguenza. Mi sono già un pò rimessa a leggere, ad ascoltare dei dischi, dovrò fare uno sforzo più serio. Perdere qualche chilo, vestirmi meglio. Parlare più liberamente con Maurice; evitare i silenzi. Lei mi ha ascoltato senza entusiasmo. Ha voluto sapere chi di noi due è stato responsabile della mia prima gravidanza. Tutti e due. In sostanza, io, in quanto mi fidai troppo del calendario; ma non è colpa mia se mi tradì. Insistei per tenermi il bambino? no. Per non tenerlo? Nemmeno. La descrizione venne da sé. Mi è parsa scettica. La sua idea è che Maurice nutrirebbe un rancore verso di me. Le ho obiettato l’argomento d’Isabelle: i primi tempi del nostro matrimonio non sarebbero stati così felici, se lui si fosse sposato controvoglia. La risposta di Marie lambert mi pare molto alambiccata: per non confessare a se stesso i suoi rimpianti, Maurice puntò tutto sull’amore, volle la felicità ad ogni costo; una volta caduta, ha ritrovato il rancore che aveva represso. Lo sente lei stessa che questa spiegazione è debole. Gli antichi rancori avrebbero ripreso tanta virulenza al punto di allontanarlo da me, solo se ne avesse avuto dei nuovi. Ma io ho affermato che non v n’era alcuno.
A dire il vero, Marie Lambert mi irrita un po’. Tutti mi irritano, perché hanno l’aria di sapere cose che io non so. Sia che Maurice o Noellie facciano circolare la loro versione dei fatti; sia ch’essi abbiano un’esperienza in questo genere di storie, e applichino a me i loro schemi; sia che mi vedano dal di fuori, come io non potrò mai vedermi, e che le cose gli appaiano più chiare, il fatto è che non mi dicono tutto, e sento delle reticenze, quando parlo con la gente. Marie lambert ha approvato la mia decisione di rinunciare alla montagna, ma solo in quanto ciò mi evitava delle sofferenze; non pensa che la disposizione di murice possa cambiare per questo.