IL VOLO DEL CALABRONE. Ken Follet – Recensione Libri

Giugno 1941. Seconda guerra mondiale. Da tempo gli aerei inglesi vengono abbattuti sistematicamente dai caccia nemici che sembrano conoscerne in anticipo rotte e destinazioni.
Ma su una piccola isola danese occupata dei tedeschi il diciottenne Harald Olufsen si imbatte nell’arma segreta che sta tenendo in scacco la RAF, una specie di radar in grado di captare i segnali degli aerei preannunciando il loro attacco.

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Ken Follett è indubbiamente uno scrittore prolifico e autore di romanzi di successo, dei veri e propri best seller, caratterizzati da trame avvincenti e da ritmi sostenuti. E’ forse uno dei rari casi in cui grandi volumi di vendita si accompagnano a opere qualitativamente valide, anche se non possono essere definire delle pietre miliari della letteratura mondiale, fatta eccezione per I pilastri della terra, romanzo di ambientazione storica che si eleva decisamente sulla produzione del narratore gallese.
Il volo del calabrone, scritto nel 2002 e incentrato su una resistenza poco conosciuta come quella danese nel corso della seconda guerra mondiale, rientra fra i lavori di sicuro interesse e di piacevole lettura, senza arrivare a poter essere definito un capolavoro.
Non mancano una vicenda intrigante, né personaggi ben delineati, mentre l’atmosfera è meno curata che in altri romanzi, insomma la trama, frutto di pura invenzione, è l’aspetto più qualificante dell’opera. Non si respira un’aria di paura e di sospetto quale quella che doveva gravare sulla Danimarca durante l’occupazione nazista, anzi la cappa opprimente della tirannia hitleriana è appena abbozzata e questo è il limite del romanzo, che sarebbe riuscito molto meglio se Follett avesse cercato di tratteggiare più compiutamente le follie di una dittatura sanguinaria, anziché privilegiare la vicenda, fatta di innumerevoli colpi di scena e che ha il pregio di tenere costantemente desta l’attenzione del lettore.
Come ho precisato prima, Il volo del calabrone è quindi un romanzo che, più che indurre a riflessioni, può essere il gradevole compagno di salotto nelle sere d’inverno, o di ombrellone in una calda giornata al mare.
Lettura di svago, pertanto, e in questo il romanzo riesce benissimo, ma non chiedetegli di più, perché l’autore sembra non aver voluto altro che questo.
Ciò non toglie che possa interessare una vasta gamma di lettori, perché, molto saggiamente, non è presente solo l’azione, ma, come si conviene a un autore che si propone a un vasto pubblico, lascia spazio anche a una storia d’amore, tormentata sì, ma con l’inevitabile e tanto auspicato lieto fine.
Da leggere, comunque.