ITALIA: GRANDE PROVINCIA DEL VINO – Pier Vittorio Tondelli

VINOL’Italia, si è sempre detto, è una grande provincia.

È sufficiente uscire da un’autostrada per ritrovare paesaggi, e abitudine immutate. Tradizioni che nessuna rivoluzione post industriale potrà forse mutare, poiché sono radicate nella gente e nella tenacia di sopravvivenza delle culture contadine.

Per me è stata una delle più piacevoli sorprese degli ultimi anni scoprire il Salento, per esempio, o la campagna friulana.

E sono sempre state rivelazioni che hanno avuto a che fare con il vino:

Quello sensuale, erotico e levantino della Puglia, o con quello robusto, vitale e virilmente dolce delle pendici del Collio. E quando viaggio in Toscana, in quei paesaggi ancora così ‘Piero della Francesca’, o in Piemonte, attraverso le langhe e quei vitigni bassi, piccoli, forti (quei paesi che hanno ognuno il proprio museo del vino, a riprova di come la cultura del vino si innesti sulla cultura più generale di un popolo e di una terra);

Quando attraverso la Sicilia o mi lascio andare a quei sonnolenti dopopranzi nella campagna romana, con la caraffa ghiacciata di Frascati o di vino dei Colli ancora appannata; quando bevo un’ombra, godendomi l’ultimo sole alle Zattere, in un tramonto, là, in fondo alla Giudecca, che sembra un quadro di Turner; quando apprezzo l’acidulo del Gavi di Liguria accompagnato a un piatto di animelle, o i vini marchigiani, o quell’orvieto che resterà per sempre il sapore del mio servizio militare; quando nella bassa lombarda, d’inverno, sciolgo la nebbia con una robusta e frizzante barbera, allora sento che è proprio attraverso il vino che si esprime una grande, antichissima ricchezza del nostro paese.

Sento allora il vino come un fatto di profondissima civiltà e cultura.

Pier Vittorio Tondelli – L’abbandono