LA FILANTROPIA come progetto politico è una follia – SEBASTIANO VASSALLI ( Da “Cuore di pietra”)

Si è mai visto – dicevano, in ciò concordi, la contessa e lo studente universitario – un uomo che ha cavalli e carrozza a sua disposizione, avventurarsi in aperta campagna su due ruote e senza nemmeno sapere dove sta andando, soltanto per il gusto di tornare a casa sudato e impolverato come un carrettiere ?
Il velocipede, spiegava Costanzo Pignatelli a chi cercava di fargli cambiare idea, – è una macchina per poveri, una sorta di telaio a pedali che invece di tessere si sposta e che, quando incomincerà a essere prodotto in serie come tante altre macchine moderne, servirà agli operai per andare al lavoro e ai soldati per trasferirsi da un punto all’altro del fronte, senza bisogno di strade ferrate nelle retrovie. Il fatto che ora lo usino i borghesi e qualche aristocratico per andare a passeggio, è dovuto soltanto alla novità del mezzo: è l’esercizio di un antico diritto, lo Jus primae noctis, applicato a un’invenzione anziché a una donna… così ragionava, all’età di vent’anni, il figlio minore del conte Raffaele e di donna Assunta; e visto che abbiamo incominciato a occuparci di lui, converrà spendere ancora qualche parola per questo giovanotto, che è destinato a diventare uno dei personaggi più importanti della nostra storia, e che già mentre era studente liceale aveva mostrato ben poca simpatia per le idee progressiste e umanitarie di suo zio deputato.
Lui, Costanzo, preferiva guardare in faccia la realtà, e non aveva inclinazioni, né interesse, per alimentare le illusioni degli altri! Tutto ciò che c’è di bello e di grande nel mondo – diceva il futuro avvocato, con un ragionamento che, in quegli anni, si sentiva ripetere abbastanza spesso nei luoghi frequentati dalle persone benestanti e istruite – è stato fatto da pochi per pochi, e se si volesse renderlo di uso comune cesserebbe di esistere. La filantropia è una bella cosa, e può essere utile, finché serve a distribuire più minestre; ma deve fermarsi lì, o bisogna fermarla per forza. La filantropia come progetto politico è una follia, che se avesse libero corso porterebbe alla fine della nostra civiltà: una sorta di suicidio… ci sono cose, come il velocipede, che per loro natura possono e probabilmente devono diventare di tutti, – disse una volta il giovane Costanzo parlando con l’avvocato Alfonso; – e ce ne sono altre, come la carrozza, che devono per forza rimanere di pochi.
Non ci hai mai riflettuto ?
Nessun progresso ci potrà dare un mondo in cui tutti vanno in carrozza, per un motivo molto semplice: non ci saranno mai abbastanza rimesse, abbastanza stalle, abbastanza prati per dare fieno e biada a tutti i cavalli destinati a tirarle… E poi, le città dovrebbero avere strade larghe un chilometro, e non basterebbero ancora!