Per quei pesciolini che vivono la loro vita negli abissi seguendo le regole del buon senso potrebbe risultare molto banale l’idea che, portata fino a noi anche dalla saggezza popolare come un assunto quasi scontato, “L’unione fa la forza”.
In effetti non fa una piega, tanti sono meglio di uno, soprattutto se quei tanti si uniscono per combattere un problema comune.
I pesciolini degli abissi però non sono tutti uguali e a volte – molte volte – sono talmente privi di iniziativa e coraggio, nonché votati all’individualismo che credono che il loro bene sarà ottenibile solo sfruttando le proprie forze e capacità, spesso a danno dei pesciolini ancora più piccoli ed indifesi.
Hanno paura che la condivisione del problema li renda vulnerabili e che nel gruppo le debolezze degli altri componenti possano pesare sulla riuscita.
Questi stupidi pesciolini non tengono conto che nel gruppo si condividono non solo debolezze, ma anche capacità e forza degli altri, le quali messe insieme si colmano e moltiplicano esponenzialmente.
Poveri piccoli stupidi pesciolini. Il meglio che gli possa accadere è che il loro status rimanga invariato e che scappino in eterno…ma questa è la più rosea delle ipotesi, quella più plausibile è che vengano prima inghiottiti dal vortice provocato dai simili, che si agitano per cercare di sopravvivere, e poi dal cattivo predatore che si trova davanti a sé tante facili prede.
Se solo capissero quanta forza hanno insieme e credessero nella creazione di una comunità, il cui termine implica condivisione propositiva. Mentre così sarebbe più consono definirli un’informe massa di poveri piccoli stupidi pesciolini.
Il vero interrogativo è – un po’ come una morale della favola a cui non ci si arrende – come fanno a non capire che stanno facendo il gioco del cattivo predatore che intanto ingrassa e diventa ancora più avido ad ogni boccone?
Forse perché la triste realtà dei nostri abissi è che sono un posto dove la paura divide e genera odio, invece di stimolare nuove forme per combatterla.
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