PENSIERO SULLA MONOGAMIA SESSUALE DELL’UOMO – di Sara
La monogamia naturale degli esseri umani è decisamente un mito da sfatare, non siamo nati per assicurarci geneticamente ad un unico partner, ma con l’evoluzione ci siamo impegnati ad essere fedeli.
Tuttavia esiste un animale che ci batte su tutti i fronti, in fatto di fedeltà a un unico partner: la arvicola delle praterie (il tipico topo di campagna). Questo roditore è rigidamente monogamo, al punto che quando il suo partner muore, cessa del tutto di accoppiarsi.
Un roditore a lutto, insomma. Degli studi condotti sui recettori dell’ormone vasopressina, lasciano supporre che il legame di coppia si instauri nei momenti immediatamente successivi all’orgasmo. Per provare questa tesi, Larry Young e i colleghi della Emore University hanno provato a bloccare nell’arvicola maschio il recettore V1A per la vasopressina, come risultato queste arvicole non stringevano legame con il partner né si occupavano della prole.
Un effetto simile veniva ottenuto separando i due partner immediatamente dopo la copula, o bloccando i recettori dopaminergici D2, presenti nel nucleus accumbens e parte integrante del circuito del piacere. Una curiosità: il maschio di arvicola non solo è fedelissimo al proprio partner, ma tende anche ad aggredire tutte le femmine che provino a sedurlo.
Un meccanismo simile, si sospetta, si instaura anche negli esseri umani, il cui DNA è geneticamente molto molto vicino a quello dei roditori.