Lei crede ancora nella democrazia? ROBERTO ARLT (da I Lanciafiamme)
“Lei crede ancora nella democrazia? Mi ascolti. Quando i nordamericani provocarono l’indipendenza di Panama per impadronirsi del territorio nel quale intendevano costruire il canale, dopo qualche anno Roosvelt disse, in un discorso pronunciato a Berkeley, California: Se avessi sottoposto i miei piani alle regole del gioco conservatore (cioè a dire democratico), avrei presentato al Congresso un solenne documento ufficiale, probabilmente di duecento pagine, e il dibattito ancora oggi non sarebbe finito. Invece ho preso la zona del canale e ho lasciato che il Congresso discutesse i miei metodi e, mentre il dibattito segue il suo corso, anche il canale segue il suo.
Egregio dottore, se questo non significa burlarsi cinicamente dei metodi democratici e dell’ingenuità dei fregnoni che credono nel parlamentarismo, lo sa Dio.”
“Non si può generalizzare prendendo spunto da un episodio isolato.”
“Benissimo. Lei vuole una raccolta di episodi che le dimostrino che gli Stati Uniti sono il paese più antidemocratico che esista. Bene… Sa dirmi, caro amico, quale nome merita la condotta degli yankee, o meglio dei banditi capitalisti Yankee, in America Centrale? Rida, rida pure, dell’attività banditesca di Pancho Villa. Perché quei mascalzoni sono bimbetti in fasce in confronto alle manovre che hanno provocato la rivoluzione in Panama. Se passiamo dal Panama al Messico troviamo una serie di rivoluzioni provocate dalle pressioni del signor Doheney, rappresentante del gruppo capitalista nordamericano in Messico. Il signor Doheney era appoggiato dal tanto evangelico Wilson. Dal momento che gli inglesi avevano interessi petroliferi e appoggiavano Huerta, nemico dei capitalisti Yankee, che cosa fece il governo? Obbligò gli inglesi a ritirare il loro appoggio economico a Huerta. Concesse alle navi inglesi il diritto di transito senza pagamento di pedaggio attraverso il canale di Panama, comprò le azioni petrolifere inglesi e fece cadere Huerta con una rivoluzione fatta grazie all’aiuto di Carranza, che ricevette armi e denaro nordamericani. Passiamo a Santo Domingo. Santo Domingo cade nelle grinfie dell’imperialismo yankee quando la Santo Domingo Improvement Company acquista il credito di 170000 sterline che una compagnia olandese aveva prestato al governo dominicano, insieme al diritto di riscuotere le imposte di dogana che erano state messe a garanzia dell’operazione finanziaria. Nel 1905 gli Stati Uniti diventano gli arbitri della dogana americana e, attraverso la Kuhn, Loeb and Company, concedono al governo (che fanno nomare come gli pare e piace) un prestito della somma di 20 milioni di dollari, il che autorizza gli Stati Uniti a riscuotere le imposte doganali fino all’anno 1943.”
L’avvocato si è preso un ginocchio tra le mani e ascolta attentamente, con la testa così china che il mento gli si appoggia al petto, guardandosi la punta sformata della scarpa che sembra quasi smerigliata.
“E qual’è il sistema, caro dottore? Il seguente: le banche e le imprese finanziarie organizzano rivoluzioni nelle quali, a prima vista, parrebbero lesi gli interessi americani. Subito ne nasce un intervento armato, sotto la cui tutela si svolgono elezioni dalle quali escono governi che hanno il placet degli Stati Uniti, questi governi contraggono debiti con il Nordamerica finché il controllo della piccola repubblica cade interamente nelle mani delle banche. Queste banche, si prenda un po’ la briga di dare un’occhiata ai bilanci dell’America centrale, sono sempre la City Bank, la Equitable Trust, la Brown Brothers Company; in Estremo Oriente ci troviamo sempre davanti la firma di J.P.Morgan & Co. Il Nicaragua è stato invaso per difendere gli interessi della Brown Brothers Company. Quando non è la Standard Oil è la Huasteca Petroleum Co. Vede, qui, a un passo da noi, abbiamo uno stato legato mani e piedi dagli Stati Uniti. Mi riferisco alla Bolivia. La Bolivia, per un prestito di 32 milioni di dollari concessole nell’anno 922, si trova sotto il controllo del governo degli Stati Uniti attraverso le imprese bancarie Stiel and Nicolaus Investment Co., Spencer Trask anc City e la Equitable trust Co. Garanzie di questo prestito sono tutte le entrate fiscali del governo boliviano, controllate da una Commissione Fiscale permanente composta di tre membri, dei quali due sono nominati dalle banche e il terzo dal governo della Bolivia.”
Con le braccia incrociate sopra il camice, l’Astrologo si è fermato davanti all’Avvocato e, muovendo la testa capelluta, insiste, come se l’altro non riuscisse a capirlo: “Si rende conto? Per 32 milioni di dollari… Cosa significa questo fatto? Che un Ford o un Rockefeller, in qualunque momento, potrebbero riunire e pagare un esercito mercenario capace di polverizzare uno stato come i nostri.”
“Quello che dice è terribile…”