L’espressione Anvedi!, l’unico momento in cui il romano si scopre – Pasolini
Una volta, durante un’intervista, domandarono a Pasolini se ci fosse un’espressione del dialetto romanesco che lo colpisse, e lui rispose così :
Ce n’è una che amo particolarmente. E’ quell’ ‘anvedi!’. Perché l’unico caso, l’unico momento in cui il romano si scopre. Cioè rivela di possedere la capacità di stupirsi. Perché la sua filosofia di uomo saggio, distaccato, ironico verso la vita gli impedisce di mostrare stupore. Sebbene ingenuo, il giovane, l’uomo romano cerca sempre di non mostrarsi ingenuo, ecco. Questa espressione “anvedi” invece denuncia un’improvvisa capacità di stupore. E allora mi piace molto.
Quant’è vero, che bel cedimento di ogni forma di disincanto c’è in quell’ ‘anvedi’, che in certi casi si accoppia anche con un buffo ‘ansenti’: il romano vuol dare a intendere di aver visto tutto, ascoltato tutto, di aver capito perfettamente come va la vita. Si tratta di una grande truffa, di un raggiro al quale è meglio non prestare alcuna fiducia. E fuori dal Raccordo è uguale: perché quando hai capito come stanno le cose in piazza Vittorio, a Centocelle, a Trastevere, be’, è la stessa solfa ovunque, lo stesso teatrino.
E invece, all’improvviso, qualcosa riesce a travolgere quei bastioni di ostentata indifferenza, qualcosa arriva da chissà dove a scuotere e meravigliare: può essere la neve o un colpo di tacco di Totti, il fiume in piena o un bambino che ride. Alla fine può essere qualsiasi cosa, anche il volo di un uccelletto o un motorino nuovo, perché il romano in fondo aspetta solo che qualcosa venga a sottrarlo alla noia del cinismo.
Ebbene, in via Boccea c’è un negozietto che vende di tutto e si chiama proprio: Anvedi oh! Quando l’ho visto, non ho potuto fare altro ripetere ad alta voce la scritta gialla dell’insegna. Ma non è finita qui, la sorpresa più grande doveva ancora arrivare. Il proprietario del negozio si chiama Simone ed è cinese. E vien da dire : Anvedi oh!.
*Brano tratto da “Nuove Isole. Guida vagabonda di Roma” di Marco Lodoli, 2014 Einaudi