Da quella sera ogni cosa in me cambiò; ero di nuovo abitato; tutt’a un tratto la camera del mio intimo era ordinata e qualcuno ci viveva. L’orologio che stava appeso alla parete con le lancette immobili da molti mesi aveva ripreso all’improvviso a ticchettare.
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Un valore sminuito e un’illusione mancata hanno gli stessi miseri corpi, si rassomigliano, e non c’è niente di più facile che confonderli.
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Lo spirito rivoluzionario proletario, infatti, noi lo sentivamo non come una questione per così di dire di scelta, quanto piuttosto di sostanza.
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Una malinconia che veniva dal lucido riconoscimento che quella situazione non era uno strato eccezionale scelto per lusso, per un irrequieto desiderio di conoscere e vivere ogni cosa (nobile o volgare), ma era diventata la condizione fondamentale, sintomatica e consueta della mia vita presente.
Che quella situazione limitava con esattezza il cerchio delle mie possibilità, disegnava con esattezza l’orizzonte della vita affettiva che da allora in poi mi sarebbe toccata. Che non era espressione della mia libertà, bensì del mio condizionamento, dei miei limiti, della mia condanna.
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Si parla di amore a prima vista; so benissimo che l’amore ha la tendenza a farsi leggenda e a mitizzare retroattivamente i propri inizi; non voglio quindi sostenere che si trattò di una amore così improvviso; ma vi fu in effetti come una preveggenza: l’essenza di Lucie, o meglio, se devo essere del tutto preciso, l’essenza di ciò che Lucie fu poi per me, questo lo capii, lo sentì, lo vidi di colpo e immediatamente; Lucie mi aveva offerto se stessa come alla gente si offrono le verità rivelate.
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A quel tempo non riuscivo a provare altro che odio per lui, e l’dio getta una luce troppo violenta, nella quale si perde la plasticità degli oggetti.
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Non è colpa dei giovani se recitano; sono incompleti, ma vengono gettati in un mondo già completo e devono agire come se fossero completi anche loro. Si affrettano perciò a usare le forme, i modelli e gli esempi che trovano piacevoli, quelli che sono di moda, quelli che stanno loro bene, e recitano..
..La giovinezza è terribile: è un palcoscenico dove dei bambini si muovono si alti coturni e nei costumi più diversi, pronunciando parole imparate a memoria e capite solo a metà, ma alle quali si abbandonano fanaticamente. E la storia è terribile perché diventa campo da gioco per un Nerone fanciullo, per un Napoleone fanciullo, campo da gioco per fanatiche folle di bambini le cui passioni imitate e le cui parti ingenue si trasformano di colpo in una realtà catastroficamente reale.
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Il capitalismo ha distrutto questa antica vita collettiva. L’arte popolare ha perso, in questo modo, il suo fondamento, la sua ragione d’essere, la sua funzione. Inutilmente si tenterà di riportarla in vita fin tanto che esisteranno situazioni sociali nelle quali l’uomo vive separato dall’uomo, solo per stesso.
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Sarebbe così semplice trovare la pace nel mondo delle fantasie. Ma io ho sempre cercato di vivere contemporaneamente in entrambi i mondi, senza abbandonare l’uno per l’altro. Non posso abbandonare il mondo reale anche se in esso perdo tutto. In fondo forse basterà che mi riesca un’unica e ultima cosa.
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Consegnare la mia vita, come un messaggio chiaro e comprensibile, a quell’unica e sola persona che lo capirà e lo porterà oltre.
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Sono oramai così corrotto dalla diffidenza che, se qualcuno mi confessa che cosa gli piace o non gli piace, non lo prendo affatto sul serio, o per meglio dire considero ogni cosa semplicemente come testimonianza dell’immagine che egli vuole dare di sé.
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Essere cristiano significa vivere in maniera diversa. Significa seguire la via di Cristo, imitare Cristo. Significa rinunciare agli interessi personali, all’agiatezza e al potere, e volgere il viso ai poveri, ai semplici e ai sofferenti.
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I miei nemici si aspettavano di vedermi in preda alle preoccupazioni, e io invece sentivo dentro di me una spensieratezza inaspettata. Pensavano che mi sarei sentito limitato nella mia libertà, e io proprio allora avevo trovato la mia vera libertà.
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Il loro messaggio non sarà mai decifrato non solo perché non esiste una chiave, ma anche perché la gente non ha la pazienza di ascoltarlo in un’ epoca nella quale si è accumulata una così enorme quantità di messaggi vecchi e nuovi, che coprendosi a vicenda diventano impercettibili. Oggi la storia non è oramai che un filo sottile di memoria sopra l’oceano del dimenticato, ma il tempo procede e verrà il momento delle date alte che la memoria non estensibile degli individui non sarà più in grado di comprendere; interi secoli e interi millenni cominceranno allora a cadere dalla loro memoria, secoli di quadri e musica, secoli di scoperte, di battaglie, di libri, e sarà un male perché l’uomo perderà la coscienza di sé mentre la sua storia, incomprensibile e incontenibile, si rattrappirà in abbreviazioni schematiche prive di senso.