LORNA – Da “Dietro il paesaggio” di Andrea Zanzotto
Una luce senza centro spazia
già la terra attutisce labbra rosse
e bambini, negli eremi fragili
dell’aria si raccolgono api e stelle ;
e già vano chiedere alle alluvioni
il perché dei mont rimasti addietro
il perché delle zinnie che si dissetano
al gelo dei chiostri di Lorna.
Ma non c’è voce d’uccello preso
nei lacci esigui delle cacce
nei riflessi allegri delle nevi
che dolce non trovi esser fraintesa,
ogni giovane mosto arde e s’esalta
liberato dalle prigioni,
ogni fuoco è giardino ogni strumento
s’accorda al nuovo tocco del sole.
Sole più piccolo più umile
perché ti lodarono da tutte le parti :
che sapesti di lei, della sua voce,
della sua bocca segreto di menta ?
Uccelli che parlate il mio dialetto
là dal prato che balza ad inebriarmi,
là dietro il focolare e tra la siepe,
che sapeste delle sue fresche ciglia?
Che del fiume, se si perdette
e divenne celeste per giungere a vederla
là dove indugi fruttiferi del vento
danno equilibri di vele alle colline?
Canestri colmi di pioggia di valle,
settimana ingombrata dalle spine
e dalle zinnie, dovunque tu ospiti
miti mercati nelle tue radure
e nelle tue piccole sere
compero e vendo e sorrido talvolta
agl’inviti della brina
e bevo al di là delle labbra
e so così spontaneamente
tante gioie e tanto sento
legate insieme dita e mani
ombra e respito da far dire
precoce e propria l’ora dell’amarti.