Il quotidiano ideato nel settembre del 1923 da Antonio Gramsci, che originariamente si chiamava ”L’Unità – Quotidiano degli operai e dei contadini”, tornerà in vita entro il 30 giugno.
Avrà un prezzo di 1,40€ e avrà 24 pagine.
Il giornale è assente dalle edicole dal primo agosto dello scorso anno per fallimento e per le vicende legate al suo allora azionista di maggioranza Guido Veneziani indagato per bancarotta fraudolenta.
Secondo il piano approvato dall’assemblea dei giornalisti, L’Unità sarà composto da una redazione di 33 persone ed avrà sede a Roma, e non Milano come si era stabilito in precedenza.
Vladimiro Ilic Frulletti sarà il direttore responsabile.
A livello societario l’80% del giornale è ora di proprietà della Piesse (società per il 40% controllata da Pessina, patron dell’ononima società di costruzioni) e per il restante 20% sarà di proprietà della fondazione EyU controllata dal Pd, dal Partito Democratico.
Il giornale quindi sarà controllato e di conseguenza (immagino io) influenzato da costruttori e dal Partito Democratico.
In un paese di cui si ripetono sempre gli allarmanti dati sulla libertà di stampa, i quotidiani oramai rimangono in vita sempre più perché di partito, o di grossi gruppi societari.
L’unico giornale ad alta tiratura che non sia ufficialmente appartenente a qualche gruppo politico sembra essere rimasto oramai Il Fatto Quotidiano.
Mentre oramai la quasi totalità dei giorvani e non solo giovanissimi ricerca le proprie informazioni in internet, potendo così aver accesso ad un enorme quantità di notizie ma spesso anche di bufale, i giornali oggi sembrano avviarsi, quantomeno la maggiorparte, verso un declino inevitabile, la cui fine è appunto rallentata dai finanziamenti pubblici o privati che però di conseguenza ne modificano decisamente la libertà.
Il quotidiano che alla nascita era stato proposto da Gramsci al Partito Comunista d’Italia, ma con la chiara richiesta di non dover aver alcuna indicazione di partito, pur essendo evidentemente di sinistra e organo d’informazione ad uso degli operai e contadini, venduto e prodotto in clandestinità per tutto il periodo del fascismo in Italia, torna in edicola grazie ad un partito, il Pd, che di Sinistra ha solo qualche vago ricordo, al massimo è democratico, e da un gruppo di cementificatori: io ne sono comunque contento, Antonio Gramsci forse un po’ meno.
*Andrea Giramundo
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