MAD MAX – Fury Road – Il Film


Mad Max: Fury Road – Trailer Ufficiale Italiano | HD by Tom’s Hardware

In un futuro imprecisato post-apocalittico la Terra è in mano ai predoni. Tra questi Immortan Joe, che controlla la Cittadella con il pugno di ferro, imponendo il culto della personalità. Finché la sua compagna e “Imperatrice”, Furiosa, lo tradisce, portando con sé le schiave e concubine di Immortan.mad max
Reboot, mash up o remake sono termini che aiutano a capire ma che non inquadrano completamente l’operazione alla base di Mad Max: Fury Road. Il ritorno alla regia di George Miller, atteso quanto insperato, forse prepara a una nuova saga, tutto sembra farlo credere, ma soprattutto cerca di riscrivere l’ultimo e debole – al di là dell’impatto iconografico della sfera del tuono – capitolo con Mel Gibson e Tina Turner, riproponendo Max in un contesto come quello attuale, sovraccarico di supereroi invincibili e di action movies che dall’universo distopico di Mad Max molto hanno saccheggiato.
Come Ken il guerriero, per citare solo una delle innumerevoli visioni di medioevo prossimo venturo degli ultimi due decenni, che devono tutto all’intuizione milleriana, contestualizzata nell’ideale paesaggio intrinsecamente borderline del deserto australiano. Una società resettata, in cui benzina e cromature assumono sostanza quasi divina: un tema ripreso in Mad Max: Fury Road, con il coraggioso accostamento tra la mistica da kamikaze del terrorismo contemporaneo e un’estetica neo-ariana che inneggia al Valhalla, in una crasi impossibile tra filosofie opposte di un’ideale crociata. Miller intende riprendersi ciò che è suo e rilanciarlo nel linguaggio della contemporaneità, avvalendosi del 3D, ricorrendo probabilmente a una velocizzazione dei frame per secondo (a tratti eccessiva), ma Mad Max: Fury Road è molto più di questo.

A partire dal lavoro compiuto su eroi e antieroi: il Max di Tom Hardy, perseguitato dagli incubi di una vita precedente e quasi balbuziente nella sua timida incapacità di interagire con gli altri, è lontano dal vendicatore senza nome di Mel Gibson. Un supereroe con super-problemi marveliano, more human than human, per dirla con Rob Zombie.

La vera eroina (forse destinata a un ruolo da protagonista nei possibili sequel?) è una donna, la Furiosa di Charlize Theron, una figura di top model corrosa dalla malvagità dell’animo umano e contrapposta all’oggettivizzazione della bellezza propria delle angeliche figure delle concubine di Immortan (Immortal + Octane, si suppone) Joe. Protagoniste, queste ultime, di sequenze che sembrano quasi parodiare il punto di vista misogino di Transformers di Michael Bay (casuale la scelta di Rosie Huntington-Whiteley?) e l’estetica videoclippara softcore più scontata (la loro prima apparizione assomiglia a un lavaggio auto sexy nel deserto).
Il regista sopperisce alle inevitabili mancanze di adeguamento tecnologico, dovute all’appartenenza alla old school del cinema action, con la pregnanza di significato che difetta nei troppi shooter di oggidì. E su tutto regna la consapevolezza che la più intrinsecamente cinematografica e cinefila tra le saghe action abbia diritto di cittadinanza nel terzo millennio, se non addirittura uno ius primae noctis su temi e intuizioni che troppi hanno cercato di inflazionare.