PER LA DECAPITAZIONE DI UNA DAMA DI CORTE – Czestaw Mitosz


donna centro colore

Angeli di zucchero e nuvola di veletta
Che mai incontriamo tra l’ortica accosciati,
Il corpo levigato come di bamboletta
E in birreria certo nessuno li ha portati.
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Così mi apparvero, ragazzo di villaggio.
Nitrivano i cavalli, gli arcioni quasi d’oro.
E sollevai il cappello paterno per l’omaggio.
Ma quelli via in volo con un riso sonoro.
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Cagnetta. Adesso però? La tua lingua rosata
Penzolavi strisciando verso me senza belletti.
E a quattro zampe, col pelo della testa crespata
Supplichi indulgenza baciandomi i laccetti?
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E perché fosti statua, se in ombra sei mutata
E col fru fru delle gonne per anni mi hai arso?
Sia lasciato all’oblio quello che ho rincorso.
Che questa mela venga dal mio ramo staccata.
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Ora grande, il più grande di tutto il distretto
Io posso sentenziare. Al boia è il mio verdetto.
-1959-

*Foto: Eliana 😉 

*Testo:  POESIE di Czestaw Mitosz