QUANDO DICEVO – SORTILEGIO – Czestaw Mitosz

 

QUANDO DICEVO

Quando dicevo il vero, gli offensivi sorrisi dei topi
di giornale
Mi degnavano d’un ammiccante: – Via, che noi ce ne
intendiamo -.
E ho solo potuto custodire per anni il disprezzo
Consapevole che a loro sarebbe toccato il trionfo definitivo,
Perché ottenevano uno dopo l’altro ciò che volevano:
Ciascuno la porzione di nullità a lui dovuta.

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goccia triste acqua

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SORTILEGIO 

Bello e invincibile è l’intelletto umano.
Né inferriata, né filo spinato, né libri al macero,
Né verdetto di bando possono niente contro di lui.
Egli stabilisce nella lingua le idee generali
E ci guida la mano, scriviamo quindi con la maiuscola
Verità e Giustizia, e con la minuscola menzogna e offesa.
Egli sopra ciò che è innalza ciò che dovrebbe essere.
Nemico della disperazione, amico della speranza.
Non conosce Ebreo né Greco, schiavo né signore,
Affidandoci in gestione il comune patrimonio del mondo
Dall’immondo strepito di parole slabbrate
Salva frasi austere e chiare.
Egli ci dice che tutto è sempre nuovo sotto il sole.
Apre la mano rappresa di ciò che è già stato.
Bella e giovane assai e la Filo-Sofia
E la poesia sua alleata al servizio del Bene.
Appena ieri la natura ha festeggiato la loro nascita.
Ai monti ne hanno dato notizia l’unicorno e l’eco.
Famosa sarà la loro amicizia, il tempo loro senza confini.
E i loro nemici si sono condannati alla distruzione.

*Testo:  POESIE di Czestaw Mitosz

*Foto: Torino, di Daniella