Faceva proprie anche le menzogne di Angiolina, pur di renderla dolce e indurla ad entrare in quelle idee, per sognare in due.
Ella volle delle spiegazioni ed egli gliele diede beato di poter dare voce al sogno. Le raccontò quale lotta immane fosse scoppiata fra i poveri e i ricchi, i più e i meno.
Non v’era da dubitare dell’esito della lotta il quale avrebbe apportato la libertà a tutti, anche a loro.
Le parlò dell’annientamento del capitale e del mite breve lavoro che sarebbe stato d’obbligo d’ognuno.
La donna uguale all’uomo e l’amore un dono reciproco.
Ella chiese delle altre spiegazioni che già turbarono il sogno, e poi concluse:
Se tutto venisse diviso, non ci sarebbe niente per nessuno. Gli operai sono degl’invidiosi, dei fannulloni, e non riusciranno a niente.
Egli tentò di discutere ma poi vi rinunziò.
La figlia del popolo teneva dalla parte dei ricchi.
*da SENILITA’ di Italo Svevo