Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo.
Non farà più in tempo a dimostrarlo,
ha gli anni contati,
il passo malfermo,
il fiato corto.
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Sono ormai successe troppe cose
che non dovevano succedere,
e quel che doveva arrivare,
non è arrivato.
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Ci si doveva avviare verso la primavera
e la felicità, fra l’altro.
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La paura doveva abbandonare i monti e le valli,
la verità doveva raggiungere la meta
prima della menzogna.
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Certe sciagure
non dovevano più accadere,
ad esempio la guerra
e la fame, e così via.
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Doveva essere rispettata
l’inermità degli inermi,
la fiducia e via dicendo.
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Chi voleva gioire del mondo
si trova di fronte a un compito
irrealizzabile.
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La stupidità non è ridicola.
La saggezza non è allegra.
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La speranza
non è più quella giovane ragazza
et caetera, purtroppo.
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Dio doveva finalmente credere nell’uomo
buono e forte,
ma il buono e il forte
restano due esseri distinti.
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Come vivere? – mi ha scritto qualcuno,
a cui io intendevo fare
la stessa domanda.
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Da capo e allo stesso modo di sempre,
come si è visto sopra,
non ci sono domande più pressanti
delle domande ingenue.
*Testo: GENTE SUL PONTE – Szymborska
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