Spesso nel dormiveglia di spine
Che la finzione disegna la fine
O semplici speriamo
Nel sonno che ci sorprende
Nell’innocenza che nulla attende
E coi pensieri presepi di pace
E con parole sorti benigne tentiamo
Non nostro è l’esser vivi escogita
L’uomo in frantumi perduto
Bensì da un’immensa discende
Vita di cui vivente nominiamo
Il vanitoso atomo vissuto
Nostra ognuno cercando
Propria forma la specie che formiamo
Deus et Natura adiuvando
Se mai dentro la cruna d’impostura
Non passi un fil di vero
Affinché nel riposo respirando
Tempo si dia a conoscere domani
Nel volto del morto il nostro
Nel gelo delle sue le nostre mani
Ma ci svia la malizia –
Seguitare
Finché la cosa ci inghiottisca?
O cominciare da atti minuscoli
Libertà e salute a meritare?
Però parliamo e parliamo
Parole senza denti e amore vano…
Declinando la stella giacobina
E una preghiera matutina
Indagava se mai poteva darsi
Duplice strada a intero ritrovarsi
A onesto sguardo visibile
Fabrica onde vilissima parte
Noi siamo e norma fallibile.