THE LONG GOODBYE (IL LUNGO ADDIO)


THE LONG GOODBYE – Il lungo Addio – (1973) HD par Alloradillo34
A parte la fantastica prima comparsa in mutandine gialle del governatore della California, Arnold Schwarzenegger, questo film è assolutamente da vedere!
Importante il ruolo dell’ispettore privato protagonista, e il ruolo delle sue sigarette in un film girato nel 1973, ma anche il ruolo del cattivo che è sicuramente servito da modello per altri cattivi successivi e ben più rinomati.
Un misto tra Magnum Pi e James Bond, con un tocco di Austin Power, questo film è del 1973, ben precedente quindi ai più famosi ispettori privati comici o particolari moderni..

Il detective Philip Marlowe accetta di portare un amico, Terry, al confine con il Messico dopo che questi gli ha chiesto aiuto per sfuggire alle ire della moglie e di non meglio specificati inseguitori. Non trascorrono molte ore e Marlowe viene fermato dalla polizia che lo accusa di aver favorito la fuga di un omicida: la moglie di Terry è stata uccisa. Ma la detenzione dura poco perché dal Messico giunge la notizia che Terry si è suicidato. Ora il detective inizia ad occuparsi di un nuovo caso: la scomparsa di uno scrittore alcolizzato. Ma Terry non è del tutto uscito dalla sua vita.
Raymond Chandler creò il personaggio del detective Philip Marlowe nel romanzo “Il grande sonno” nel 1939 e nel 1946 Humphrey Bogart ne indossò i panni sul grande schermo. Da allora numerosi attori si sono confrontati con questo ruolo (da Robert Montgomery a Robert Mitchum) ma l’interpretazione di Elliott Gould sotto la guida di Altman si colloca in uno dei vertici, basandosi sul racconto in cui il personaggio esce definitivamente di scena. Con una macchina da presa costantemente in movimento e lasciando la libertà all’attore di improvvisare alcune scene (vedi quella in cui Philip si impiastriccia il volto con l’inchiostro utilizzato per le impronte digitali) Altman offre una lettura contemporanea del detective il cui comportamento è un misto di ironia spavalda e di profonda e malinconica solitudine esistenziale. Sul piano stilistico poi sono innumerevoli le invenzioni: dalla moltiplicazione di superfici, che riflettono e quindi mettono in gioco più collocazioni spaziali, agli interventi in post produzione per ammorbidire l’intensità di alcuni colori. In definitiva il film si rivela come una ricerca di senso da parte del protagonista il quale, nonostante la professione e a differenza del suo gatto, non fiuta immediatamente l’inganno ma è costretto a prenderne dolorosamente atto. Un’annotazione per i cinefili più curiosi: nel film compare, non accreditato, Arnold Schwarzenegger nel ruolo di uno dei guardaspalle del gangster Augustine.



*Fonte: MyMovies.it