Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
Se le trecce dei capelli sono sciolte, se la riganon è dritta, se i nastri della veste sono slacciati,
non badarci.
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
.
Vieni in fretta, sull’erba, a passi veloci.
Se la rugiada scioglie la rossa pittura
dei tuoi piedi, se i bracciali con le campanelle
s’allentano alle tue caviglie, se cadono le perle
della tua collana non badarci.
Vieni in fretta, sull’erba, a passi veloci!
.
Non vedi quante nuvole oscurano il cielo!
Stormi di gru si levano in volo dall’altra riva del fiume
e raffiche improvvise di vento passano veloci sulla
brughiera.
Il gregge impaurito corre vero li ovili del villaggio.
Non vedi quante nuvole oscurano il cielo?
Invano accendi la lampada della tua toilette,
il vento la sbatte e la spegne.
Chi potrebbe dire che le tue palpebre non sono
tinte di ombretto nero? I tuoi occhi sono più scuri
delle nuvole minacciose.
Invano accendi la lampada della tua toilette
per prepararti.
.
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
Se la ghirlanda non è bene intrecciata, che importa?
Se il braccialetto non è chiuso, lascia stare.
Il cielo è coperto di nuvole, è tardi.
Vieni come sei, non indugiare a farti bella.
*Testo: POESIE D’AMORE – Rabindranath Tagore
*Foto: Biennale di Venezia, 2013