VIRGINIE DESPENTES E IL FEMMINISMO

Virginie Despentes
Visse un’adolescenza caratterizzata da una lunga militanza punk, prostituzione, da ripetuti trattamenti psichiatrici e uno stupro.
Le sue esperienze sono da essa stessa sintetizzata in queste parole: «Sono stata a letto con centinaia di maschi senza mai rimanere incinta, e comunque sapevo dove andare ad abortire, senza l´autorizzazione di nessuno, senza rischiare la pelle.
Sono diventata una puttana, ho passeggiato per la città con tacchi alti e profonde scollature, senza doverne render conto a nessuno, ho incassato e speso ogni centesimo che ho guadagnato». In un’intervista ha dichiarato che uscire dall’eterosessualità e dalle relazioni di seduzione con gli uomini (dopo l’incontro con la filosofa Beatriz Preciado) le ha dato modo di essere maggiormente in contatto con il suo potere. Si definisce “uno spirito libero, una sorta di anarco-femminista” e aggiunge che legge la condizione delle donne anche in relazione a “classe” e “razza”.
Nel 1993 diede alle stampe il suo primo libro, Baise-moi, uscito in Italia nel 1999 con il titolo Scopami. Il romanzo divenne un caso editoriale per la durezza e la scabrosità dei temi trattati; la stessa autrice, riferendosi al periodo in cui aveva scritto il romanzo, ha detto «Adesso sono più tranquilla, ho smesso di essere aggressiva e arrogante: è questa la maturità».
Nel 2000 Despentes codiresse la versione cinematografica di Scopami insieme alla regista di film pornografici Coralie Trinh Thi.
Nel 2015, dopo circa cinque anni dalla pubblicazione del suo ultimo lavoro, la scrittrice femminista torna sulla scena con il primo volume della trilogia di Vernon Subutex. Il protagonista del romanzo è un vecchio commerciante di dischi rock ormai in declino a causa del soppravvento della musica in formato digitale. L’opera viene definita dal giornalista Laurence Houot come «una commedia umana dei nostri tempi».
Chi è Vernon Subutex? Una leggenda urbana. Un angelo scaduto. Un disperso che non cessa di ricomparire. Il detentore di un segreto. L’ultimo testimone di un mondo passato. L’ultimo viso della nostra commedia inumana. Il nostro fantasma a tutti. Il ritorno di Virginie Despentes
”Il femminismo è una rivoluzione, non una riorganizzazione delle indicazioni marketing, non una vaga promozione della fellatio e dello scambio di coppie, non è questione soltanto di migliorare i salari integrativi.
Il femminismo è un’avventura collettiva, per le donne, per gli uomini, e per gli altri. Una rivoluzione, bene in marcia.
Una visione del mondo, una scelta.
Non si tratta di opporre i piccoli vantaggi delle donne alle piccole acquisizioni degli uomini, ma piuttosto di mandare tutto all’aria.
E con questo, ciao, ragazze, e miglior cammino….” V.D.
FEMMINISMO E PORNO – Il quotidiano transalpino di simpatie progressiste Libération rimarca come quando si parla di porno la maggior parte delle femministe danno risposte contraddittorie oppure incerte. Le Femen, il movimento ucraino reso celeberrimo nel mondo per il suo utilizzo del corpo femminile così sfacciato che nega lo stesso messaggio che vuole lanciare, sono ferocemente contrarie, ma a parte loro c’è una realtà molto più complessa tra rispetto dei principi e realtà quotidiana. Secondo un sondaggio di Ifop, il più importante istituto demoscopico francese, l’82% delle donne ha consumato, almeno una volta nella vita, materiale a luci rosse.
Un dato che evidenzia una contraddizione, tra chi vuole proteggere e contrasta una visione della sessualità che simboleggia spesso il dominio dei maschi, e un utilizzo consapevole di quelle immagini. Per scrittrice e registe come Virginie Despentes o Emilie Jouvet il porno dipende molto da chi lo realizza. Un’arte a luci rosse alternativa realizzata da donne potrebbe mettere l’accento sui loro desideri sessuali, così come prendere in considerazione le minoranze sessuali ingiustamente dimenticate, come spiega in un’opera intitola appunto Femminismo e pornografia David Courbet, autore transalpino.
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*Fonti:wikipedia.fr