CHARLIE: Je Suis Chi ?

Ho scritto alcuni mesi dopo i fatti citati, perchè trovo sia un argomento molto delicato, del quale, così ricevute due notizie dai media europei, non mi son sentito in obbligo di dir qualcosa, e di cui tutti hanno detto qualcosa su tutto; mentre per me, la sola cosa realmente rispettosa di fronte alla morte, che è definitiva nel suo essere e non ammette repliche, è il silenzio.
jesuischarlie verò
Il sette gennaio 2015, la morte ha scosso la redazione della rivista CHARLIE HEBDO, la Francia intera e tutto il ‘mondo della democrazia’. Dodici persone sono morte:Stéphane Charbonnier (Charb), direttore e disegnatore del Charlie Hebdo
Jean Cabut (Cabu), vignettista
Georges Wolinski, vignettista
Bernard Verlhac (Tignous), vignettista
Philippe Honoré, vignettista
Mustapha Ourrad, curatore editoriale
Elsa Cayat, psichiatra e giornalista
Bernard Maris, economista professore all’Università di Parigi
Michel Renaud, fondatore del festival Rendez-vous du Carnet de voyage
Frederic Boisseau, addetto alla manutenzione
Ahmed Merabet, agente di polizia in servizio nell’XI arrondissement di Parigi[23]
Franck Brinsolaro, ufficiale del servizio di protezione, guardia del corpo di Charb.
Dodici persone sono morte nell’attentato nella redazione, la libertà d’espressione ufficialmente massacrata nel mondo libero, felice e occidentale.
Terroristi armati di Kalasnikov hanno insegnato al mondo intero come si urla in arabo: Dio è grande. Molto ben allenati all’azione, determinati ad uccidere innocenti, ma anche sufficientemente ‘naif’ (direbbero in Francia sorridendo) per sbagliare indirizzo, dimenticare il documento d’identità in macchina, rapinare sulla strada un paninaro – anche un panino è grande in certi momenti.
Nel dolore si dimostrano gli affetti: buona occasione quindi per Hollande di riavvicinarsi alla Merkel, proprio quando la nazione della ‘baguette’ era in procinto d’alzare la voce o i toni con la Germania chef dei dictat economici e dei pagamenti dei debiti della Grande Europa Unita. Delle penne del giornale attentato è morto anche Bernard Maris, economista professore all’Università di Parigi, che poco tempo prima aveva appunto criticato molto duramente, tra non pochi altri, la Troika e i debiti delle nazioni da pagare, ricordando che la Germania il suo debito, contratto con Hitler, non l’abbia mai pagato; ma di questo nesunno parla, in atto la guerra di religione, dicono al telegiornale, tensione sociale…
Tutto il mondo è diventato Charlie, tutti a difendere il nome del gionale satirico politico comunista, tutti: dirigenti d’azienza, di destra, capi di stati e capitalisti vari, tutti contro i principi del giornale, da sempre, tutti, a scendere in piazza, una bella domenica, le famiglie vestite per la parata, si va a fare una passeggiata, che è un giorno importante di cui potremo un giorno parlare, ‘son sceso anche io quel giorno a protestare, a farmi delle selfie e manifestare per la libertà d’espressione’, ‘contro chi? Non lo sappiamo; ma sappiamo che la libertà d’espressione, massimo capisaldo di questa bellissima democrazia capitalista felice, è la libertà!’
– Il tono ironico non vuole mancare di rispetto al sentimento sincero di nessuno che quel giorno sia stato veramente toccato, quello della morte, dai fatti avvenuti, io per primo, solo si parla qui della sfilata ‘JeSuislalibertàd’espressione’, analizzando e cercando di dare un mio punto di vista sui fatti, per questo infatti, va presa e nulla più; ma mi son già espresso al riguardo, penso, all’inizio di questo scritto –
Tutti Charlie. Persino Orban, il dittatore ungherese, Ali Bongo, membro ereditario della massima francesizzazione dell’Africa. Financo Netanyahou, alzava quel giorno le mani che fino ieri servivano a definire i confini della Palestina…, affiancanto dal primo ministro turco, nonostante le vicinanze di quest’ultimo al mondo islamico. Tutti lì, a farsi vedere, partecipi dei fatti. (Tenero anche il giovane Matteo Renzi, che ovvimente non poteva perdere l’occasione di fare una selfie storia in Francia). Tutti uniti Hollande e Sarkozy, quest’ultimo che, scavalcando piano piano le file, apporta in prima fila il suo figurino, lontano da quelle voci che lo vogliono artefice dela fine di Gheddafi per coprire il sostegno del cattivo dittatore alle sue elezioni, o le sue amicizie col Quatar, come quelle del PSG…
Il mondo libero democratico e sopratutto capitalistico, la Troika massima, lì, a urlare in faccia la difesa della libertà d’espressione a chi non la pensi come loro, i terroristi.
La guerra scende improvvisa e ineluttabile come la morte nel mezzo dei saldi di gennaio: anonimi terroristi hanno ucciso i buffoni della repubblica, rivoluzionari indefesi perchè armati solo di pungenti matite, uccisi come cani, non si sa da chi, o forse sì. Questo è il motivo del mio rispetto alla morte, per chi soffre questo ‘fatto’, in quanto passi egli stesso la vita a lottare per le libertà dell’uomo, è indubbio il mio appoggio…
Sì, ma gli altri, tutti quelli scesi quella domenica in piazza, con i loro grandi rappresentanti democratici e liberali in prima fila a prendere gli scatti come star del funerale all’espressione?!
Una riflessione sull’accaduto l’ha data ‘la Jornada‘ un quotidiano Mexicano, dicendo: che non per caso la guerra tra occidente e una certa parte del mondo islamico – quella parte in realtà creata in realtà poi dai massimi rappresentati di questo capitalismo liberare per combattere nel tempo i rivoluzionari o i russi cattivi e comunisti – abbia scelto dei giornalisti, come altrettando cinicamente aveva fatto l’ufficio di Daesh o gli Usa quando hanno bombardato, insieme a tutto il resto, la sede della rete televisiva Al-Jazira.
Per capire le cose realmente bisogna saperle anche.
Perché proprio di guerra si parla, e la Francia che ne fa pienamente parte -le avevano giusto domandato qualche giorno prima i fatti di smettere di bombardare dove non li riguardava se non per stupide logiche di alleanze e associazioni-, e un ritorno di fiamma quando si spara, bisogna pur attenderselo. La Francia spara tutti i giorni, come la maggior parte dei paesi che manifestavano per la libertà, e sparano non solo su disegnatori, ma su tutti, a casa loro, famiglie con bambini, innocenti, son sempre quelli che muoiono mentre i ‘capi’ creano slogan. La prima guerra del Golfo data oramai quasi 25 anni se non sbaglio.


Non voglio certo ricordare questi avvenimenti per giustificare una morte inutile, o gli omicidi in questione, no di certo!, giustamente son altri per me  i soggetti che dovrebbero pagare certe ingiustizie, non vignettisti. Per quanto potessero essere irreverenti verso una religione ‘straniera al sistema’ -non sempre infatti si ricorda che la libertà, come in Anarchia, deve e può essere ma a patto di non danneggiare qualcun’altro, altrimenti se ne pagano le conseguenze, ognuno responsabile per le proprie azioni- erano in fine delle persone innocenti.

‘Noi non siamo qui per giudicare o punire, siamo qui per rivelare e liberare le società oppresse’.

Partiamo dal fatto, in teoria, scatenante le reazioni armate del mondo estremista islamico: nel 2006 una vignetta, rappresentava Maometto vestito con un turbante, con granate come ornamento: chiaro quindi il messaggio veicolato: l’associamento del mondo islamico a quello del terrore; un classico se vogliamo, tanto quanto si associa il mondo ebraico a topi affamati di denaro, non certo un gran pensiero di concettualità intelletuale, piuttosto una banalità da bar.
Bisogna poi ben vedere a chi si rivolgono questi messaggi, la categoria sociale, spesso quindi giovani frustrati, animali in gabbia, in riserve chiamate ‘Banlieu, dei ghetti che li emarginano e dove loro stessi si autoemarginano in un circolo vizioso e violento.
Giusto difendere la libertà d’espressione, d’accordo. Peccato che poche ore dopo abbiano arrestato, proprio in Francia, il comico Dieudonné, per incitazione al terrorismo, quando solo faceva spettacoli dando altri messaggi che quelli convenenti ai 40 e passa grandi figli della libertà, in prima fila alla sfilata.
– Non perdo nemmeno tempo a parlare dei JeSuisCharlie Italiani, che abitano uno dei paesi con meno libertà, non solo d’espressione -il paese di Biagi, Santoro, Luttazzi, Enri de Luca-, ma di tutte le libertà possibili, paragonabile ai livelli ultimi del mondo –
Ma quindi, tornando alla nostra libertà d’espressione, allora, si può esprimere il proprio pensiero, ma a patto che sia concorde con quello dominante?, che vada bene a chi decide le sorti degli innocenti che poi muoiono? Quindi aveva ragione Coluche quando diceva che la libertà d’espressione è, privilegio di ambienti autorizzati, non per tutti. Si può deridere la religione Islam, ma non scherziamo sugli Ebrei: antisemiti!
Non scherzate su questa società libera, democratica e capitalistica: terroristi!
La laicità diviene dogma coercitivo, la difesa del sistema Democrazia.
Ma allora bisogna ben vedere questi valori di questo sistrema di mercato moderno: quali sono? È il bisogno di uguaglianza che spinge quei gran figli di Libertà a bombardare i loro valori nel mondo, eliminando continue quantità d’altre culture, perché diverse dalla loro?, o forse per il soldo sporco? Perché questa gente è oggi terrorista, mentre ieri erano combattenti per la libertà contro altre minaccie? Quali i rapporti di questa ISIS con il mondo occidentale e i vari alleati della democrazia che sono i loro primi finanziatori, l’Arabia Saudita, il Qatar, la Turchia, per esempio?
La cosa sicura è che le prime vittime di questi estremisti musulmani sono i musulmani non fanatici. Tutti i secoli voluti per unire Europa e Islam, in procinto di regredire fino a guerre di religione in attesa di una mano estera liberale, che un giorno ci libererà, insegnandoci nuovi valori, portandoci magari una coca-cola, e una sigaretta.
E da quel giorno, oggi, ogni avvenimento che fa notizia -l’ingiustizia del giorno scelta dai media, in mezzo ad innumerevoli altre che però non interessano, o non vanno dette perché riguardano altri- un mondo di JeSuis cambia nome ogni ricorrenza, e sempre son lì, liberi a far valere i loro ‘diritti’, senza mai scordare prima però di verificare, chiedendo: Charlie: Je suis Chi?
Andrea Giramundo

Jean-Paul Sartre (SOTTOTITOLI ITALIANO) di giramundo-mpt
*Foto: un manifesto – Verò 🙂
*Fonti:
CQFD Mensuel de critique et d’expérimentation sociales
http://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_alla_sede_di_Charlie_Hebdo