NELLA NOTTE DELLE STELLE CADENTI. Andrea Giramundo

 È stupendo pensare come, per almeno qualche giorno, ora o minuto all’anno, ancora la gente, in un epoca frenetica e superficiale, subisca il fascino della natura, lo splendore della semplicità.

Come quando una volta nei paesini di campagna in via di sviluppo, i contadini si radunavano davanti ai binari del treno, come al cinema, per vedere il treno passare. Magia sconosciuta per loro.

È questa l’immagine che passa nella mente,

nella Notte delle stelle cadenti.

L’immagine che nel medesimo istante ci siano tante diverse teste rivolte al cielo, tanti occhi ansiosi di scorgere, nel nero della notte, una piccola luce che scatti veloce in qualsivoglia direzione.

Il riaffiorare del pensiero comune, che alla fine non siamo altro che piccoli esseri viventi nell’universo.

Piccoli esseri viventi che si affannano e si danno pena tutta una vita per finire ad essere comunque cenere, come alla nascita e come alla morte.

La nostra, di morte, come quella delle stelle e dei pianeti.

L’inesorabile inutilità del significato che l’uomo attribuisce alla propria vita, in relazione all’ignoto e immenso esistere dell’universo.

E allora via all’immaginazione, l’unica cosa magica nella vita di un uomo.

Fantastico pensare che la stella che si guarda in quel momento, magari si sia spenta in realtà migliaia di anni or sono.

Ecco allora il potere dell’uomo di viaggiare nel tempo, grazie alle dimensione ancestrali dell’universo e alla lentezza, se pur velocissima, di percorrenza della Luce.

La luce della morte.

PETITImmaginare che dall’altra parte dell’universo, nel medesimo attimo, ci sia un mondo identico al nostro, con altri esseri viventi, non per forza speculari a noi, che stanno facendo la stessa cosa. Seduti su delle sdraio su una spiaggia, o in un giardino, a cercare di cogliere il cadere di una stella, nella Notte delle stelle cadenti.

Vederla, la stella, e esprimere il desiderio.

Quale magia è questa?

Quella della fantasia umana, della speranza che un astro ci doni il potere di esaudire un sogno in noi recondito.

È bello pensare che sul nostro pianeta, nello stesso momento, da punti cardinali lontani, magari opposti, si guardi la stessa cosa, si veda la stessa stella.

Si sia tutti col nasino all’insù, anche se quando qui sono le 23, là saranno solo le 17.

Coppie innamorate, persone sole, ricercatori scientifici, gruppi di amici o famiglie riunite.

Giovani innamorati che prendono,

nella Notte delle stelle cadenti,

la notte come pretesto per trovare, finalmente, una parentesi romantica, in anni in cui di romantico non sembra più esserci rimasto niente.

Prendere un’ attimo di poesia della vita per fare il primo passo con la persona amata, come io da piccolo su quel ‘casotto’ della spiaggia di Francavilla al Mare.

Sperare che davanti alla grandezza del corso della vita, la persona amata, sdraiata al nostro fianco,sia pronta a ricevere il nostro bacio, il nostro primo sforzo di essere coraggiosi, di superare la timidezza che spesso ci dona l’infinito dell’amore o la tristezza del fallimento.

Momenti, magari dimenticati e riposti in qualche angolo della nostra mente, ma che un giorno riaffioreranno come scogli dal mare delle nostre emozioni.

E la malinconia che porteranno con sé nel constatare che non si è più piccoli, che quelle paure, timidezze e ansie, che momenti simili difficilmente potranno tornare.

Nella notte delle stelle cadenti,

ci saranno anche persone tristi che ricorderanno di quando avevano guardato il cadere degli astri assieme al proprio amore di una volta, amore per loro mai finito, ma terminato per l’altra controparte, che magari proprio in quel momento starà baciando l’amore del suo attuale presente.

Ci sarà chi penserà che nello stesso minuto il loro primo grande amore starà guardando le stesse luminescenze notturne, chissà che fine avrà fatto, dove sarà, e se sarà felice.

E forse il suo desiderio sarà, di potere un giorno, ritornarle al lato, dopo magari anni di lontananza e guardando la stella cadere nel cielo, voltarsi e dirle TI AMO, perché tanto di altri desideri in quel momento, non ne avrà di più forti.

E allora, anche se ‘da manuale’ si dovrebbe dire quale desiderio abbiamo espresso, almeno fino alla sua realizzazione, io vi dico il mio desiderio, perché più che un sogno è una preghiera, preghiera che più che agli astri rivolgo agli uomini.

Ieri sera vedendo una stella cadere ho desiderato che questa magia, questo momento nella vita del genere umano non scompaia.

Che in un mondo in cui l’amore si misura in mi piace su facebook, in cui quello che conta è l’apparire e non il sognare, in cui il denaro ha preso il posto di tutto, compresi i desideri e l’amore..

..bé il mio desiderio è che la gente non si dimentichi mai, qualche giorno l’anno, di spegnere il televisore, la praticità della routine quotidiana e accenda la magia della fantasia.

Sempre rimanga la tradizione e l’usanza di far l’amore sotto un cielo stellato.

Che le teste degli uomini, oramai abituate sempre più, dalla crisi e dalla vita moderna di un mondo imperialista e globalizzato, a guardare per terra, almeno per qualche istante, si alzino, si sollevino al cielo e con i nasi all’insù si guardi l’infinito del cielo stellato,

nella Notte delle stelle cadenti.

*Andrea Giramundo