QUI RIDO IO – Il film di Mario Martone, con Toni Servillo, su Eduardo Scarpetta


Qui rido io è un film di Mario Martone.
Il film, con protagonista Toni Servillo nel ruolo del commediografo e attore napoletano Eduardo Scarpetta, è stato presentato in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Eduardo Scarpetta, vero nome Odoardo Lucio Facisso Vincenzo (Napoli, 13 marzo 1853 – Napoli, 29 novembre 1925), è stato un attore e commediografo italiano.
Fu il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, capostipite della dinastia teatrale degli Scarpetta-De Filippo. Creò il teatro dialettale moderno, ancora oggi in uso, e si specializzò nell’adattare la lingua napoletana in moltissime pochade francesi; alcune delle sue commedie più celebri (tra cui ad esempio Miseria e nobiltà) furono però creazioni originali del suo repertorio. Vanta una carriera lunghissima di commediografo (dal 1875), interrotta bruscamente da una celebre causa intentatagli da Gabriele D’Annunzio nel 1904.
Scarpetta fu anche attore cinematografico agli albori della “settima arte”. Egli girò alcuni film per una casa di produzione milanese, la “Musical Film” di Renzo Sonzogno, tratti dalle sue commedie: Miseria e nobiltà (1914, diretto da Enrico Guazzoni), La nutrice (1914, diretto da Alessandro Boutet), Un antico caffè napoletano (1914), Tre pecore viziose (1915) e Lo scaldaletto (1915) diretti da Gino Rossetti. Di questi film ci rimangono solo alcune foto di scena di Scarpetta e di altri interpreti.
Ebbe numerosi figli, ben nove (non tutti da lui riconosciuti): oltre a Vincenzo, Domenico e Maria Scarpetta, vi sono i celebri Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, Eduardo De Filippo (in arte Passarelli) e suo fratello Pasquale De Filippo.
Nella Napoli culturalmente vivace della Belle Époque, l’attore e commediografo Eduardo Scarpetta è ormai al culmine del suo enorme successo a teatro. Barcamenandosi tra il palco ed un complesso nucleo familiare fatto di mogli, amanti e figli legittimi e illegittimi (tra cui Titina, Eduardo e Peppino De Filippo), decide di realizzare una parodia de La figlia di Iorio, un dramma di Gabriele D’Annunzio, il poeta più importante di tutta Italia. La messa in scena dell’opera scatena un putiferio e Scarpetta stesso si ritrova denunciato dal Vate per plagio. Il processo durerà anni e metterà in pericolo il delicato equilibrio che teneva insieme la sua vita personale e professionale.
Il film è stato girato a Napoli, nel rione Santa Lucia e al Teatro Valle di Roma.

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