Staccando l’ombra da Terra – Daniele Del Giudice #LIBRI

Non c’è momento preciso né un giorno fissato, non ti sarà preannunciato da alcun segno esteriore, nulla nei comportamenti e nel paesaggio sarà diverso dall’abituale, il sole a filo della pista, la pista che finisce nel mare, niente comunque ti farà presagire che è giunto il momento, per te, di trovarti su un aeroplano senza passeggeri, senza piloti, senz’altri che non sia tu stesso, come nel peggiore dei sogni. Puoi parlare ad alta voce, non v’è divieto, puoi cantare o sudare, non v’è chi se ne accorga, puoi girarti verso destra e guardare il posto vuoto dove abitualmente siede il tuo maestro, considerare quel vuoto come la più sconsolante rappresentazione del vuoto assoluto, la più struggente sensazione d’abbandono. Puoi tirare indietro le manette, fermare l’elica, aprire il portello, sganciare le cinture e scendere sollevando le braccia: qualcuno venga a prendere l’aeroplano che stai lasciando lì, allineato all’inizio della pista per il tuo primo decollo da solo. Una decisione di grande saggezza, una decisione onorevole. Ma con quale coraggio? Il tuo comandante è davanti all’hangar, ti guarda non meno perplesso, non meno preoccupato di te, conosci quel modo dei comandanti di scrutare il cielo da aruspici, meteorologi e padri di famiglia; sull’aeroporto è già stato sospeso il traffico per questo tuo primo decollo da solo; per quanto sia presto al mattino e deserto l’ambiente, le pessime figure hanno sempre un vasto, insospettabile pubblico.
Sei lì…

Inizia così il primo racconto della raccolta STACCANDO L’OMBRA DA TERRA di Daniele del Giudice.

Di questo libro dice così Pietro Citati:
Staccando l’ombra da terra è molto singolare. è insieme racconto, saggio, confessione, capriccio, utopia. le parti narrative sono probabilmente le più belle che del Giudice abbia mai scritto.

Può accadere un giorno di dover volare da soli, e di perdersi come ci si perde nella vita, Sarà necessario allora conoscere l’entità dell’errore, bilanciarsi tra istinto e manovre, vertigine ed equilibrio, In questo spazio si muovono le figure di Staccando l’ombra da terra: Bruno, che è il sapere del volo; l’anziano che racconta la sua storia di aerosilurante; piloti vivi o scomparsi; il protagonista narrato dal suo doppio, E l’aeroplano, unico testimone nelle pagine su Ustica. Chi narra è sempre in una posizione estrema, obbligato a fare ogni volta il punto su se stesso, come richiede il sapere aeronautico ma anche quello di un antico andare, della navigazione e della peripezia attraverso il mondo, che si fanno qui caldo e appassionato racconto. Ma la parola, come il volo o la vita, racchiude in sé un lato di non detto, percorso vergine dove ognuno calca la propria impronta come in un manuale dell’esistenza, in una personale meteorologia, Staccando l’ombra da terra ha vinto nel 1994 il Premio Bagutta e nel 1995 il Premio Selezione Campiello e il Premio Flaiano.

——-> ALTRO DI: Daniele Del Giudice