Le mani femminili non sono già quasi più mani…HEINRICH BOLL (Da Opinioni di un Clown)

 

Sebbene i fagioli che avevo mangiato mi pesassero ancora sullo stomaco e la mia malinconia tendesse ad aumentare, andai in cucina, aprii la seconda scatola di fagioli, ne versai il contenuto nella casseruola in cui avevo riscaldato anche la prima porzione e accesi il gas. Gettai nel secchio della spazzatura il filtro usato con il fondo di caffè, ne presi uno fresco, ci misi dentro quattro cucchiaini di caffè e tentai di fare un po’ di ordine in cucina. Gettai uno strofinaccio sopra la pozzanghera di caffè, i barattoli vuoti e i gusci d’uovo nella spazzatura. Odio le stanza in disordine, ma sono io stesso del tutto incapace di fare ordine. Andai nel soggiorno, presi i bicchieri sporchi e li misi in cucina nel lavandino. Non c’era più nulla in giro per la casa che facesse disordine e tuttavia non aveva l’aria di essere in ordine. Maria aveva un maniera così rapida e abile di mettere in ordine, sebbene non facesse nulla di visibile, nulla che si potesse constatare. Il segreto doveva essere nelle sue mani. Il pensiero della mani di Maria – soltanto l’idea che potesse posare le mani sulle spalle di Zupfner – accresceva la mia malinconia fino alla disperazione. Una donna può con le sue mani esprimere tante cose, dare l’illusione di tante cose che in confronto le mani maschili mi fanno sempre l’effetto di pezzi di legno. Le mani maschili sono mani che si stringono per salutare, mani che picchiano, mani che sparano naturalmente e mani che firmano. Stringere, picchiare, sparare, firmare assegni sbarrati: questo è tutto quello che le mani maschili sanno fare e… naturalmente lavorare. Le mani femminili non sono già quasi più mani, sia che spalmino il burro sul pane sia che liscino i capelli sulla fronte. Nessun teologo ha mai avuto l’idea di fare una predica a proposito delle mani femminili nel Vangelo: veronica, Maddalena, Marte e Maria, una quantità di mani di donna si muovono nel Vangelo, mani piene di tenerezza per il Cristo.

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